Al Lido arriva la tv, ma anche il capolavoro Mildred Pierce

Mariarosa Mancuso

La televisione arriva al Lido con la serie “Mildred Pierce”, andata in onda la scorsa primavera su Hbo e diretta da Todd Haynes, con Kate Winslet, Melissa Leo, Guy Pierce. Cinque puntate di un'ora ricavate dal romanzo di James Cain già portato sullo schermo da Michael Curtiz, starring Joan Crawford che nel 1945 vinse un Oscar. E' difficile sovrapporre la bionda Kate Winslet (e i suoi magnifici vestiti di “Revolutionary Road”) alla solida Crawford con i vestiti di cotonina stampata.

    Televisione anche a Venezia, per non essere da meno degli altri Festival (o per saggiare il terreno verso una sussurrata fusione tra il Festival cinematografico di Roma e il Roma Film Fiction). A proposito: il mandato del direttore Marco Müller è in scadenza, il totonomine per il successore ancora non è partito, vuol dire che dobbiamo dare per scontato un terzo incarico di quattro anni? La mossa farebbe somigliare Venezia ai Festival internazionali dove contano le competenze, timido passo verso un paese normale. Non ci crederemo finché non lo vedremo.

    Intanto dalla conferenza stampa abbiamo appreso che questa Mostra “è venuta col buco”. La classica corda evocata in casa dell'impiccato: “Il buco (dovrebbero essere le fondamenta del nuovo palazzo del cinema) con la Mostra del cinema intorno” era una battuta letta un anno fa sul Financial Times, assieme alla constatazione che “i tempi di costruzione in Italia sono l'ottava meraviglia del mondo”.

    La televisione arriva al Lido
    con la serie “Mildred Pierce”, andata in onda la scorsa primavera su Hbo e diretta da Todd Haynes, con Kate Winslet, Melissa Leo, Guy Pierce. Cinque puntate di un'ora ricavate dal romanzo di James Cain già portato sullo schermo da Michael Curtiz, starring Joan Crawford che nel 1945 vinse un Oscar. E' difficile sovrapporre la bionda Kate Winslet (e i suoi magnifici vestiti di “Revolutionary Road”) alla solida Crawford con i vestiti di cotonina stampata, da vedova che nei depressi anni Trenta deve badare a se stessa e alla figlia adolescente. Nella serie tv, la giovane Veda è Evan Rachel Wood, capace di far venire crisi isteriche anche a madri più tranquille e benestanti. Michael Curtiz aveva girato un noir che più noir non si poteva: cominciava con l'omicidio del secondo marito di Mildred, e l'immediato arresto del colpevole (o presunto tale: ma a Mildred non sembrava il momento di contraddire la polizia).

    Todd Haynes e il suo direttore
    della fotografia Ed Lachman sottopongono la storia al trattamento che rende irresistibile “Lontano dal Paradiso”: un melodramma alla Douglas Sirk girato esplicitando tutto quel che in quegli anni non si poteva dire. Omosessualità, razzismo, alcolismo da casalinghe, vicine pettegole, giardinieri fin troppo prestanti. Un film da godere in ogni scena, in ogni inquadratura, in ogni dettaglio, con una magnifica Julianne Moore (sarà più bella ed elegante solo in “Un uomo solo” di Tom Ford, ma la particina è inversamente proporzionale alla cotonatura).

    La parola più usata per la mini-serie
    è capolavoro, con una menzione particolare agli attori. La prima ora è un po' lenta, ammettono quasi tutti, ma poi lo spettatore non riesce a staccarsi. I filologi dilettanti che mentre vedevano la serie rileggevano il romanzo di James Cain – inchiodato dopo “Il postino suona sempre due volte” e “Doppia indennità” alla sua fama di scrittore noir – garantiscono invece che si tratta di un grande romanziere realista.