DSKamasutra

Annalena Benini

Una moratoria sulle posizioni del kamasutra, almeno. Un ampio e pietoso velo che nasconda alla vista (e all'immaginazione) le predilezioni erotiche e le fissazioni sessuali degli ultrasessantenni. Di Dominique Strauss-Kahn, ex direttore del Fondo monetario internazionale ed ex aspirante alla presidenza della Repubblica francese, fermato nella corsa al potere da una denuncia (con arresto) per stupro, si è dovuto subire anche la storia, esteticamente riprovevole, del “magnetismo animale”, ormai confermato da molte sue amanti (solo la moglie tace).

Leggi Nell'albo d'oro di DSK spunta un'imbarazzata vecchia fiamma creola di Marina Valensise

    Una moratoria sulle posizioni del kamasutra, almeno. Un ampio e pietoso velo che nasconda alla vista (e all'immaginazione) le predilezioni erotiche e le fissazioni sessuali degli ultrasessantenni. Di Dominique Strauss-Kahn, ex direttore del Fondo monetario internazionale ed ex aspirante alla presidenza della Repubblica francese, fermato nella corsa al potere da una denuncia (con arresto) per stupro, si è dovuto subire anche la storia, esteticamente riprovevole, del “magnetismo animale”, ormai confermato da molte sue amanti (solo la moglie, in effetti, tace).

    Una di queste, Marie Victorine M., di origini congolesi, ha raccontato tutto, nei dettagli, al settimanale svizzero L'illustré. Ne è uscita una cosa a metà tra “Il danno” di Josephine Hart (però Jeremy Irons, nel film, faceva la differenza), e i fotoromanzi porno soft che hanno per protagonista l'idraulico. Il magnetismo animale di DSK, per chi l'avesse eletto a proprio modello di virilità, utilizza prima di tutto lo sguardo (lei aveva ventitré anni e lui quarantasette, lei era la figlia di un militante socialista che l'aveva convinta ad accompagnarlo a un incontro. DSK stava tenendo un discorso, ma quando la vide entrare smise di parlare per una manciata di secondi, come ha scritto Marina Valensise): DSK fissò la ragazza a lungo, intensamente, poi le chiese il numero di telefono, dopo un'ora la chiamò, le diede appuntamento nella hall di un albergo, dopo due ore erano a letto insieme, nonostante la rigida educazione cattolica di lei (c'è sempre una rigida educazione cattolica in queste storie). Prima lo sguardo, quindi animalità percepita, poi l'incontro brutale, animalità realizzata.

    Brutale è anche l'aggettivo usato da un'altra ex amante, nonché madre di una presunta vittima della brutalità di DSK, Tristane Banon. Lui naturalmente era già sposato con Anne Sinclair, così il magnetismo animale si realizzò nei caffè, nell'appartamento di un amico, al Sofitel di Parigi. “E' stata una relazione fisica, intensa, Dominique mi stringeva a volte bruscamente, ma per me era passione, non brutalità”. La ragazza era follemente innamorata, e quando lui divenne ministro delle Finanze e la lasciò, tentò di uccidersi. Così adesso, a distanza di anni, forse per vendicarsi del suo “primo grande amore” fingendo di volerlo difendere, racconta che “quando ho letto i primi articoli sulla stampa americana, che contenevano per esempio il particolare secondo il quale lui avrebbe preso la sua presunta vittima da dietro, questo dettaglio mi ha portato a credere a quella donna”. Ecco, la regola della trasparenza della politica potrebbe forse valutare di escludere dalle informazioni necessarie le posizioni preferite, le urla lanciate e il numero di gocce di sudore versate durante un incontro amoroso. “E' un uomo che ama il sesso, che ha un grande appetito sessuale”. Con la scusa di ragionare sullo stupro si racconta ogni evitabilissimo dettaglio erotico (“cos'è la violenza? Un uomo che ti sbatte contro un muro e ti bacia?”, rivela anche il vezzo, peraltro immaginabile, dell'utilizzo dei muri).

    E' evidente che lei lo ama ancora, dopo tutti questi anni, e non aspettava altro che poterlo particolareggiare al mondo. Però “Dominique non è il tipo d'uomo che ha bisogno di usare la forza, perché usa il fascino”, ricorda vagamente un altro tipo di giustificazione non molto efficace, “Sono troppo ricco per rubare”.

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    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.