Vacanze matte
Il bel gesto sacrificale del Parlamento è stato annunciato ieri pomeriggio dal presidente della Camera Gianfranco Fini (con gli onorevoli pronti con i bauli pieni di pinne, sedie a sdraio, mazze da golf, mute da sub e panama bianchi): la Camera tornerà a riunirsi il sei settembre, ben sei giorni di anticipo sullo sterminato programma vacanziero di poche ore prima. “Quando si commette un errore, è sempre meglio tornare sui propri passi che perseverare”, ha commentato Fini, ai suoi massimi storici di abbronzatura oramai da mesi.
Leggi La rinunciabilissima transumanza spirituale degli eletti (non da Dio) di Sdm
Il bel gesto sacrificale del Parlamento è stato annunciato ieri pomeriggio dal presidente della Camera Gianfranco Fini (con gli onorevoli pronti con i bauli pieni di pinne, sedie a sdraio, mazze da golf, mute da sub e panama bianchi): la Camera tornerà a riunirsi il sei settembre, ben sei giorni di anticipo sullo sterminato programma vacanziero di poche ore prima. “Quando si commette un errore, è sempre meglio tornare sui propri passi che perseverare”, ha commentato Fini, ai suoi massimi storici di abbronzatura oramai da mesi, e con intento martirologico ha ordinato al portavoce di aggiungere: “Sono pronto a riunire le Camere ad horas in qualunque momento, fosse anche a Ferragosto”, seminando un panico quasi norvegese che è riuscito a far impallidire l'incarnato color mattone del ministro Franco Frattini. Riunire le Camere anche a Ferragosto dev'essere l'equivalente, in fatto di sconvolgimenti terreni, di stipulare regolari contratti di affitto, prenotare stanze d'albergo con la carta di credito, comprare appartamenti col mutuo affidandosi a un'agenzia immobiliare o spulciando gli annunci sui giornali.
Fare qualche settimana di ferie, invece di mesi, si avvicina, per bizzarria, alla consapevolezza di avere acquistato una casa o di viverci in affitto. Perché la moda invece prevede: la casa insaputa, l'affitto insaputo, l'altroieri anche le vacanze insapute e i pellegrinaggi di fine stagione. Pur non nutrendo particolari desideri di sterminio della casta, e senza appassionarsi alla necessità di far dormire i politici su pagliericci e coprirli con sobri sacchi di juta, l'elettore moderato in coda al casello per il grande esodo con il bungalow prenotato per quindici giorni (lui avrebbe voluto restare in città a riposarsi, ma la moglie minacciava il divorzio), con l'obbligo di lasciarlo entro le dieci del mattino dell'ultimo giorno perfettamente pulito, pena una multa di centoventi euro, pensa al dolce agosto dei politici, che declina mollemente verso l'inizio inoltrato di settembre, senza ansie da lunedì mattina, pensa al loro ritorno in queste case che non sanno nemmeno di avere, in cui vengono evidentemente condotti drogati e bendati, dopodiché sono troppo occupati con la patrimoniale per pensare che forse esiste una pigione, e sono anche troppo nervosi perché è quasi giovedì e bisogna ripartire (il giovedì inizia il fine settimana) verso altre case omaggio, l'elettore moderato pensa a tutto questo e sussulta.
Non perché sia invidioso, rancoroso, livoroso o desideri la rivoluzione, ma perché gli si è sganciato il portabagagli dal tetto, con le mountain bike per le gite nel bosco, e si arriverà in ritardo al bungalow, con mezza giornata in meno di vacanza. Siamo tutti Fantozzi, a confronto col megadirettore generale. Siamo tutti inseguiti da una nuvola proprio sulla nostra testa, che ci mangia preziose ore di ferie e ci costringe a usare le creme autoabbronzanti per non sfigurare al ritorno in ufficio (ma è un colore innaturale, chiazzato, che lascia scie arancioni nella doccia, mentre sicuramente Frattini ha una meravigliosa abbronzatura integrale, senza nemmeno i segni del costume da bagno).
L'elettore moderato, messo a dura prova dal traffico, dalle zanzare, da una scottatura sul collo presa mettendosi al sole alle due del pomeriggio con olio d'oliva per fare in fretta, dalla rata del mutuo che d'estate purtroppo non si autoannulla (per la classe dirigente: si chiama mutuo una forma di prestito piuttosto diffusa a interesse fisso o variabile che la gente normale spesso chiede per comprare una casa, e passando di solito il resto della vita a maledirlo e a pagarlo), rischia di diventare meno moderato. Diciamo pure abbronzato di rabbia. Disposto a bruciare anche le ferie dell'anno prossimo per accompagnare i duecento parlamentari nel pellegrinaggio in Terra Santa. Con i forconi.
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