Altro che lavori in corso, è di Woody Allen che a Roma non se ne può più

Stefano Di Michele

Scene di lotta cinematografara nella capitale. A Roma, in questi giorni, le cose più facili da incrociare sono: a) lavori perennemente in corso; b) bus perennemente pieni; c) Woody Allen perennemente. Scena 1. Alemanno, per dire, lo avreste mai detto appassionato di “Tutto ciò che avreste voluto sapere sul sesso…”? Eppure ha ricevuto il regista in pompa magna in Campidoglio, gli ha mollato la Lupa Capitolina (che uscendo Allen ha cercato di dimenticare, ma gli è stata riconsegnata proprio quando credeva di essere in salvo sulla macchina: bye bye, thank you…), sotto i flash accecanti dei fotografi capitolini.

    Scene di lotta cinematografara nella capitale. A Roma, in questi giorni, le cose più facili da incrociare sono: a) lavori perennemente in corso; b) bus perennemente pieni; c) Woody Allen perennemente.

    Scena 1. Alemanno, per dire, lo avreste mai detto appassionato di “Tutto ciò che avreste voluto sapere sul sesso…”? Eppure ha ricevuto il regista in pompa magna in Campidoglio, gli ha mollato la Lupa Capitolina (che uscendo Allen ha cercato di dimenticare, ma gli è stata riconsegnata proprio quando credeva di essere in salvo sulla macchina: bye bye, thank you…), sotto i flash accecanti dei fotografi capitolini, di genio forniti e di cinismo dotati, così che osservavano lo spaesato genio cinematografico e annotavano: “Aho, nun ce capisce un cazzo…”. E il sindaco la butta lì: non potrebbe Woody “presentare il film al festival del cinema di Roma nel 2012”?

    Scena 2. Manco un respiro di sollievo, e sul set del Gianicolo (ce ne saranno 69 nelle prossime settimane a Roma: avrà la possibilità di farsi vedere pure Romeo, er mejo gatto der Colosseo) si presenta Renata Polverini, con manufatti regionali vari in dono e una proposta, anche lei, per lo sfiancato Woody: “Lo abbiamo invitato alla proiezione del primo film della rassegna cinematografica regionale, venerdì 5 all'ospedale San Camillo Forlanini”. Woody al Forlanini? Mah… Ora vorrebbero portargli Zingaretti, presidente della provincia. Di questo passo finirà il film nel 2013, allo scadere della legislatura: così gli potranno presentare pure il Cav.

    Scena 3. Allen con pizzardone. Rapito dalla beltà e dalla capacità di Pierluigi Marchionne (“37 anni, alto, biondo, atletico”), degno successore di Otello Celletti di cara memoria e d'indimenticabile Sordi, che smista ingorghi a piazza Venezia, il regista lo ha coinvolto in una scena del film.

    Scena 4. Mestizia al Tg5: si diceva che Allen volesse girare una scena negli studi del Palatino. Le mejo conduttrici, dalla Parodi alla Buonamici, già allertate e pettinate. Invece Woody ha scelto il Tg3 di quella comunista di Bianca Berlinguer. Gli devono aver detto che a Roma esiste un circolo della Sinistra giovanile – via La Spezia 79 – proprio a lui intitolato: “Circolo Woody Allen”. Mejo della Lupa.

    Scena 5. Secondo Marcello Veneziani, sul Giornale, Veltroni “rosica” perché ha visto Alemanno insieme ad Allen. Uòlter avrebbe tentato “il suicidio lanciandosi dal Colosseo”. Nun famo scherzi: er Colosseo deve essere sgombro, potrebbe servire a Woody per girare una prossima scena.

    Scena 6. Ma come s'intitola 'sto film? “The Bop Decameron”, dicono. Ma avevano detto anche “The Wrong Picture”. E persino “Bella ciao”: fosse vero, Alemanno va di persona a riprendersi la Lupa.

    Scena 7. Trastevere, bar. Nemmeno un barista. “So' andati a piazza della Malva a vede' Wuddi che sta a fa' er filme!”.
    Scena 8. Mirabile corsivo su Europa di Paolo Campo: “Caro Woody, scansati e facci vedere il film”. Ma sempre estremisti, quelli di scuola rutelliana: “Come ti giri a Roma ormai trovi lui, Woody Allen, un incubo”. Ma che rosicano più di Uòlter?
    Scena 9. Foto di Woody “appisolato al tavolino di un bar”. Ma è una finta: ha solo intravisto un sottosegretario in avvicinamento. Teme un possibile trasferimento a qualche rassegna dei Castelli Romani.

    Scena 10. “Wonderful!”, dice Woody ogni volta che gli fanno vedere una meraviglia capitolina, dai Fori ai bucatini. “Wonderfulle”, gli fanno eco intorno: potenza delle lingue. Qualcuno però già evoca il “marziano” di Flaiano. Che alla fine, persino Manhattan è un pochino “wonderful”, forse pure più del Forlanini.