Così, da settembre, il Vaticano lavorerà per fare il partito dei cattolici

Paolo Rodari

Il sogno di una nuova Democrazia cristiana è ancora vivo oltre Tevere. E' vero, a inizio luglio il segretario di stato vaticano Tarcisio Bertone aveva chiesto maggiore prudenza al segretario del dicastero vaticano di Giustizia e pace, Mario Toso, il quale, per sondare il terreno in vista dell'apertura dei lavori volti alla formazione di una nuova Balena bianca, aveva convocato esponenti politici diversi nella parrocchia salesiana del Sacro Cuore del Bambino Gesù a Roma.

    Il sogno di una nuova Democrazia cristiana è ancora vivo oltre Tevere. E' vero, a inizio luglio il segretario di stato vaticano Tarcisio Bertone aveva chiesto maggiore prudenza al segretario del dicastero vaticano di Giustizia e pace, Mario Toso, il quale, per sondare il terreno in vista dell'apertura dei lavori volti alla formazione di una nuova Balena bianca, aveva convocato esponenti politici diversi nella parrocchia salesiana del Sacro Cuore del Bambino Gesù a Roma. Ma le ultime notizie dicono che il piede sul freno Bertone l'ha messo soltanto per poche settimane, giusto per il mese di agosto. A inizio settembre il cardinale principale collaboratore di Papa Ratzinger tornerà in campo. E questa volta agirà in prima persona. A Castel Gandolfo, infatti, a pochi passi da dove Benedetto XVI lavora e riposa, Bertone per la prima volta andrà ad aprire l'annuale incontro di studi delle Acli (dall'1 al 4 settembre). Mentre proprio Toso sarà l'esponente vaticano che li chiuderà. Tra i due, gli interventi di diversi politici di peso tra i quali Giulio Tremonti, Maurizio Sacconi e il leader della Cisl Raffaele Bonanni.

    L'attivismo di Bertone e Toso lasciò a inizio luglio l'amaro in bocca alla Conferenza episcopale italiana la quale, lavorando per un futuro in cui i politici cattolici continuino a contare pur frammentati nei due poli, vedeva che con il timbro della Santa Sede c'era chi lavorava ad altri progetti. Nella parrocchia salesiana, Toso non convocò quei politici più ostili all'idea di una nuova Dc: la dirigenza dell'Università Cattolica di Milano, il mondo vicino a Comunione e liberazione e alla Compagnia delle opere (Cdo). C'erano, invece, le Acli, i Focolarini, il Rinnovamento nello Spirito, gli Scout, l'Agisci e la Comunità di Sant'Egidio.

    Non si tratta di associazioni e movimenti scelti a caso. L'asse che il Vaticano sta cercando di promuovere, infatti – l'appuntamento di fine settembre è un chiaro segnale in questo senso – è con il mondo dell'associazionismo che più di altri in questi ultimi anni ha sofferto la premiership berlusconiana e insieme ha sognato l'inizio di una nuova fase. Gran promoter di questa nuova area di pensiero e di azione benedetta dalla segreteria di stato vaticana è Andrea Riccardi, storico di prestigio e di valore, fondatore della Comunità di Sant'Egidio, il quale sul Corriere della Sera lo scorso febbraio, pur non parlando esplicitamente di una nuova Dc, ha detto: “I due poli non sono la soluzione. E il Terzo polo, allo stato, è un cartello elettorale. C'è molto cammino da fare. Forse è tempo di costruire un centro, ma non solo per aggregazioni. I cattolici sono chiamati a elaborare visioni. A pensare di più. A costruire una nuova idea dell'Italia, una missione per l'Europa. Ci sono tante energie nel paese”. Un concetto che lo stesso Riccardi ha poi ripreso, sempre sul Corriere, il 15 luglio, dove si è domandato se l'idea della nuova Dc sia davvero soltanto una boutade “di mezza estate”.

    I vescovi italiani ovviamente non stanno a guardare. La loro leadership pare ancora fortemente convinta dell'inutilità di una nuova Dc e, insieme, della necessità di mantenere il sistema bipolare. Il laico a cui la Cei guarda in vista del futuro è Lorenzo Ornaghi, rettore dell'Università Cattolica e membro del comitato permanente dell'Istituto Toniolo la cui presidenza passerà presto nelle mani del cardinale Angelo Scola, chiamato sempre più a giocare nelle retrovie della politica cercando di influenzarla.
    Domenica 24 luglio è stato Marco Tarquinio, direttore del quotidiano della Cei Avvenire, a intervistare Ornaghi sul tema dell'apporto dei cattolici al rinnovamento della politica in Italia.

    Ornaghi ha spiegato di optare decisamente per un sistema bipolare, con “due partiti forti o due altrettanto omogenei e forti aggregati di partiti”. Perché “nostalgie o fughe in avanti non servono”. In sostanza, le parole di Ornaghi rispecchiano in pieno le idee di coloro che partecipano al Forum delle associazioni di ispirazione cattolica che, con la benedizione della Cei, sta lavorando non tanto per un nuovo partito, quanto per un tavolo di lavoro, un “manifesto politico-culturale” per una “politica buona”. Forum a cui non a caso partecipano altre sigle rispetto a quelle convocate da Toso: tra le altre, Cdo, Movimento cristiano lavoratori, Cisl e Confcooperative.