Tremonti davanti alle commissioni parlamentari

Così il Cav. tira le fila del fronte disunito tra lavoratori e produttori

Michele Arnese

“Palazzo Letta” ha scoperto le carte: consiglio dei ministri entro il 18 agosto per un decreto legge che anticipa al 2013 il pareggio di bilancio, tre tavoli tematici su lavoro, infrastrutture, privatizzazioni e liberalizzazioni. Queste le indicazioni di massima che ieri il sottosegretario alla presidenza, Gianni Letta, ha illustrato alle organizzazioni dei lavoratori e delle imprese dopo l'annuncio di venerdì scorso per rassicurare i mercati. Ma le piazze finanziarie europee restano tuttora in tensione.

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    “Palazzo Letta” ha scoperto le carte: consiglio dei ministri entro il 18 agosto per un decreto legge che anticipa al 2013 il pareggio di bilancio, tre tavoli tematici su lavoro, infrastrutture, privatizzazioni e liberalizzazioni. Queste le indicazioni di massima che ieri il sottosegretario alla presidenza, Gianni Letta, ha illustrato alle organizzazioni dei lavoratori e delle imprese dopo l'annuncio di venerdì scorso per rassicurare i mercati. Ma le piazze finanziarie europee restano tuttora in tensione: la Borsa di Milano ha perso il 6,6 per cento sulla scia di Wall Street e delle fibrillazioni sul debito pubblico francese (vedere articolo sotto). Anche se ieri lo spread Btp-Bund è rimasto sotto i 300 punti e l'asta dei Bot è andata bene. Ma  lo scenario prospettato da Letta è sembrato quasi tremontiano alle parti sociali: servono scelte rapide, la situazione può precipitare, valutiamo tutte le ipotesi, ha detto in estrema sintesi il sottosegretario alla presidenza del Consiglio.

    Frasi troppo vaghe, secondo il segretario della Cgil, Susanna Camusso, che non esclude lo sciopero generale. Eppure il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, non è ricorso a perifrasi, esprimendosi in numeri: occorre ristrutturare la manovra che era stata abbozzata, il rapporto deficit-pil sarà del 3,8 per cento quest'anno, tra l'1,5 e l'1,7 per cento l'anno prossimo, per arrivare al pareggio nel 2013. Pochi i dettagli forniti sul decreto in gestazione. Restano quindi sul tavolo dei tecnici le ipotesi di interventi su assistenza, previdenza, fisco. Quel “valutiamo tutte le ipotesi” di Letta è significativo. Nei documenti preparatori degli uffici ministeriali non mancano ipotesi di interventi sulle pensioni di anzianità, sul welfare e anche sul sistema tributario, con diverse stime di gettito o di risparmio di spesa. Sulle pensioni tra Cgil, Cisl e Uil c'è unanimità: non si devono toccare; posizione condivisa dalla Lega. Però dietro le dichiarazioni pubbliche, sottolineano nel governo, in particolare Cisl e Uil non si oppongono aprioristicamente a ulteriori azioni sulla previdenza. Ma a una condizione: che ci siano tagli corposi, netti e immediati sui costi della politica, delle strutture pubbliche centrali e periferiche, e degli enti statali.

    D'altronde anche l'unità sbandierata dalle parti sociali prima del vertice con il governo ieri è stata ulteriormente ridimensionata: gli industriali sono favorevoli a intervenire sia sulle pensioni di anzianità sia sull'allungamento dell'età di pensionamento delle donne, a differenza dei sindacati dei lavoratori. Una divisione meno netta, ma comunque presente, è sulla tassazione straordinaria del risparmio e della proprietà immobiliare. Se la Cgil la invoca chiaramente, la Cisl vorrebbe limitare quella sulla proprietà immobiliare alla seconda casa, mentre nella Uil non c'è ancora un indirizzo comune (gli scettici e i contrari non mancano). Le associazioni imprenditoriali non la indicano come prioritaria, anzi: “Credo sia giusto che in questo momento di emergenza chi ha di più possa dare un po' di più”, ha detto ieri Emma Marcegaglia, escludendo però l'ipotesi di una patrimoniale. Le parti sociali sono invece unite sul lavoro: nessun decreto, meglio un accordo tra le organizzazioni.

    Ma Tremonti che pensa, e che dice? Il ridimensionamento del titolare del Tesoro nella conduzione della politica economica, è riconosciuto anche in ambienti del ministero. Comunque, si fa notare, anche in Francia e in Inghilterra sono i leader politici ormai a gestire la crisi. Però la predominanza del Cav. in questa fase è stata valutata positivamente, per certi versi a sorpresa, anche dalla stampa finanziaria internazionale: è stato ieri il caso del Financial Times. Un segnale del parziale cambiamento di opinione della stampa anglosassone che finora aveva indicato in Tremonti l'unico baluardo per l'Italia contro i marosi dei mercati. Al Tesoro si fa però notare che il mantra rigorista di Tremonti, che per questo ha subito critiche feroci, non solo adesso non viene accantonato, ma addirittura rafforzato e anticipato da Palazzo Chigi. E il pallino tremontiano degli spread Btp-Bund è ormai diventato lessico quotidiano nel governo.

    Su un'eventuale prossima patrimoniale, al netto della prospettiva certa di un'aliquota uniforme al 20 per cento sulle rendite finanziarie, ambienti del Tesoro ricorrono a questo ragionamento: se lo spread s'impenna ancora a livelli inusitati, il maggior costo del debito pubblico è di fatto una patrimoniale sui conti; dunque in condizioni estreme sarebbe più opportuna una patrimoniale su chi ha di più che una patrimoniale sui conti pubblici. Ma i settori ritenuti più liberali del Pdl, di cui si fanno portavoce il ministro dei Beni culturali, Giancarlo Galan, e il sottosegretario alla Difesa, Guido Crosetto, bollano queste tesi come “socialiste”.

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