Lo spaccone
Vladimir Putin, in muta nera, bombole e sorriso d'acciaio smaltato, si è tuffato l'altro pomeriggio nel Mar Nero, naturalmente a telecamere accese, e dopo pochi minuti è riemerso stringendo in mano due grossi resti di anfore greche. “Un tesoro!”, è stato l'urlo trionfale, e tutti intorno ad applaudirlo, a dire: ma guarda, che forza, che muscoli, che guizzo fulmineo, che amore per il patrimonio archeologico del paese, che abilità subacquea. In posa plastica con le anfore, Putin ha avuto anche il tempo di fare una battuta: “Sono vuote, si sono già bevuti tutto”.
Vladimir Putin, in muta nera, bombole e sorriso d'acciaio smaltato, si è tuffato l'altro pomeriggio nel Mar Nero, naturalmente a telecamere accese, e dopo pochi minuti è riemerso stringendo in mano due grossi resti di anfore greche. “Un tesoro!”, è stato l'urlo trionfale, e tutti intorno ad applaudirlo, a dire: ma guarda, che forza, che muscoli, che guizzo fulmineo, che amore per il patrimonio archeologico del paese, che abilità subacquea. In posa plastica con le anfore, Putin ha avuto anche il tempo di fare una battuta: “Sono vuote, si sono già bevuti tutto”, e quindi l'entourage ha avuto bisogno di un quarto d'ora per riprendersi dalle matte risate.
Di certo è stato un colpo di fortuna, una bella fatalità, e nessun cameriere archeologo gli aveva preparato le anfore a cinquanta centimetri di profondità con un freccia luminosa e la scritta: anfora. Aiutava solo, ma vagamente, il fatto che quella fosse una zona archeologica con scavi in corso, un antico insediamento greco pullulante di reperti, più o meno come quando Putin andò a pescare a torso nudo, precedentemente lucidato, quei grossi pesci in un parco marino con divieto di pesca, quindi con più pesci che acqua, e pesci comunque addestrati nei mesi precedenti a saltare in braccio al primo ministro. Perché il gesto eroico è importante, colpisce l'immaginario, e un primo ministro macho, che indossa tenute da judo, pesca quasi a mani nude, con pantaloni mimetici ascellari e senza respirare per mostrare addominali non rilassati, si appassiona agli sport in cui ci si mena e guida motoslitte per andare a controllare, a distanza di sicurezza, un vero leopardo delle nevi (catturato per la photo opportunity e poi rimesso in libertà) fa molto colpo.
Ultimamente però, deciso a non esagerare con le spacconerie, Putin si è attenuto a una linea di accurata sobrietà e ha quindi solo guidato un'auto di formula uno a centocinquanta miglia all'ora, con un casco con la bandiera russa, sparato a una tigre, ispirato un videogioco in cui c'è lui, tutto oliato e muscoloso, che spegne incendi e sconfigge il terrorismo. A metà fra il supereroe e lo stuntman, Vladimir Putin si propone come unico maschio alfa fisicamente adeguato alla guida di un grande paese (chissà cosa pensa delle corsette di Nicolas Sarkozy in Costa Azzurra, o del basket di Barack Obama), anche se non ha ancora salvato gente che annega con una mano mentre con l'altra costruisce una diga. Probabilmente ci sta lavorando.
Nei giorni scorsi è andato a visitare un campo giovanile del Cremlino, e ha pensato di mostrare ai ragazzi come si comporta un vero uomo: ha preso una padella, di quelle per friggere, e si è messo a piegarla con le mani (non è chiaro se ci sia riuscito oppure no). Poi si è arrampicato su una parete artificiale, stile uomo ragno, ma con elmetto. Ha fatto un po' di sollevamento pesi, infine ha partecipato a un concorso di braccio di ferro. Mancano purtroppo, sempre per questa maledetta sobrietà, foto del riposo di Putin, ma qui si è certi che trascorra le notti almeno su una tavola chiodata o su un campo minato. La sveglia, dicono, spara getti potenti di acqua gelida, circa ogni due ore.
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