Partito con comodo

Stefano Di Michele

A pensarci bene, la faccenda appare non del tutto comprensibile. Dunque, Luca Cordero di Montezemolo sembra ormai deciso: come il Cav. scese in campo, lui è pronto a scendere in pista. L'altro giorno, nell'ambito di Cortina InContra (e con Luca e Cordero e Montezemolo si è formata subito una piccola folla) ha finalmente fatto l'atteso annuncio: “Il nuovo partito? Forse tra un anno e mezzo” (titolo della Stampa). Sarà stata l'aria rarefatta di Cortina che invita alla meditazione e alla riflessione, ma c'è da restare a bocca aperta.

    A pensarci bene, la faccenda appare non del tutto comprensibile. Dunque, Luca Cordero di Montezemolo sembra ormai deciso: come il Cav. scese in campo, lui è pronto a scendere in pista. L'altro giorno, nell'ambito di Cortina InContra (e con Luca e Cordero e Montezemolo si è formata subito una piccola folla) ha finalmente fatto l'atteso annuncio: “Il nuovo partito? Forse tra un anno e mezzo” (titolo della Stampa). Sarà stata l'aria rarefatta di Cortina – con gli uomini in giacca simil-tirolese e le donne col grembiulino simil-locandiere goldoniane – che invita alla meditazione e alla riflessione, ma c'è da restare a bocca aperta: se LCdM, che ha sottomano la Ferrari, per fare un partito ci mette un anno e mezzo, Marchionne, che si deve portare avanti con la Cinquecento, quanto ci dovrebbe mettere, fino al 2023 come cantava Dalidà, “se il mio cuore batterà non lo so”? Va bene che il movimento montezemoliano si chiama “ItaliaFutura”, ma non bisogna peccare di eccessivo ottimismo. Un anno e mezzo per fare un partito è un'esagerazione – lasciando per ora da parte le necessarie prove su pista. Non per dire, ma il Cav. quando dovette fare il suo, di partito, cominciò a rimuginarci a Natale e a Pasqua era tutto già bello e pronto, lui truccato e i seguaci indottrinati. Abbastanza chiaro che Montezemolo sta seguendo il solco tracciato da Berlusconi nel '94 (opportunamente all'epoca soprannominato: “Silvio, l'aratro del partito liberale di massa”), ma forse se la sta prendendo un po' troppo comoda.

    A sentirlo dal palco di Cortina, pareva di avere di fronte un monaco zen piuttosto che il presidente della Ferrari. Tante, e con tale ardore, le emergenze denunciate (debito pubblico, inadeguatezza della classe dirigente, dismissioni da fare), che veniva da pensare: cavolo, per non procurare altri ritardi al paese è capace di scalare le Tofane in meno di venti minuti. E invece, “forse tra un anno e mezzo” – il periodo esatto di due gravidanze. Ma scherziamo? E che c'è da fare? La linea del nuovo partito c'è già: aerodinamica, tanto per cominciare, magari un pizzico liberale. Il doppiopetto, come quello del Cav., LCdM ce l'ha pronto e gli sta una meraviglia. I capelli, per dire, ci sono in abbondanza, mentre il Cav. ha dovuto provvedere in seguito, nel pieno dell'attività governativa. Per l'inno, si potrebbe chiedere in prestito alla grande Iva Zanicchi (berlusconiana, certo, ma di sicuro non agglomerato Olgettina) e riadattare quella sua vecchia canzone degli anni Sessanta: “Sciogli il cavallino al vento bene mio / galoppa lo vedi il sole è alto già…” – mettendo, come sottofondo, un “wromm! wromm! wromm!” d'incoraggiamento. Insomma, non stiamo a far flanella.

    Già il diretto interessato ha cominciato a parlare di sé in terza persona: “Montezemolo ci sta riflettendo molto, ma per fortuna di Montezemolo ce ne sono molti” (in effetti, anche Luca e Cordero di), e dalla terza persona all'Unto è solo un salto. Ad aprile, Cacciari avvertiva che LCdM stava lavorando al simbolo e al nome. Come simbolo l'equino è perfetto (peccato sia rosso, e già si può immaginare il Cav. apostrofarlo come Brancaleone il suo Aquilante: “Malo caballo comunista!”). Per il nome, escluse le parole Futuro e Democratici – e che se ne dovrebbe fare, Montezemolo? Se il Cav. pallonaro scelse Forza Italia, la sua risposta non può essere che Italia in Pista! Basta che poi non gli tocchi andare a recuperare gli elettori in discoteca.