Come resistere al demenziale “post vacation blues” degli psico-giornali

Stefano Di Michele

Oltre a diverse controindicazioni (il lavoro, il parcheggio, il cocomero che comincia a scarseggiare), il rientro dalle ferie è soprattutto afflitto da quelli che danno consigli su come tornare dalle ferie. Ci sono intere categorie – dallo psicologo al coltivatore diretto al sempre vigilante sostenitore del bio – ormai addottorate sullo scoglionamento da rimpatrio. Per esempio: stavate a Formentera (a parte che se uno stava a Formentera tre mesi di afflizioni se li merita senza condizionale) e adesso non trovate consolazione dai colleghi d'ufficio?

    Oltre a diverse controindicazioni (il lavoro, il parcheggio, il cocomero che comincia a scarseggiare), il rientro dalle ferie è soprattutto afflitto da quelli che danno consigli su come tornare dalle ferie. Ci sono intere categorie – dallo psicologo al coltivatore diretto al sempre vigilante sostenitore del bio – ormai addottorate sullo scoglionamento da rimpatrio. Per esempio: stavate a Formentera (a parte che se uno stava a Formentera tre mesi di afflizioni se li merita senza condizionale) e adesso non trovate consolazione dai colleghi d'ufficio? Facile: “Per combattere il trauma (nientemeno: manco fosse stato a New York ad aspettare il ciclone Irene, ndr) del rientro dalle vacanze, ad esempio, la Coldiretti consiglia di affidarsi all'uva, specialmente a quella rossa” – facendosi forza, la benemerita Coldiretti, di “uno studio dell'Istituto di patologia vegetale dell'Università di Milano, pubblicato sul Journal of Science of Food and Agricolture”.

    C'è chi proprio non riesce a cancellare dalla testa il pensiero di Cesenatico? Calma, basta scorrere Internet, “nove noci al giorno, con un occhio di riguardo per la bilancia (questi frutti sono ricchi di calorie), potrebbero rappresentare un ideale e naturale trattamento antistress”. Ma è sulla carta stampata che si trova il meglio. Ieri sulla Stampa ben due pagine due dedicate all'inquietante questione – con titoli genere “Che agosto è  stato che settembre sarà”, però!, e con annotazioni destinate a consolare (che pure da quelle parti s'avverte una certa afflizione) l'autorevole editore: “Gli italiani in vacanza per il 65 per cento si muovono in automobili” – ma  con la foto di un carnaio autostradale, un intasamento che fa prevedere un rientro non prima d'inizio autunno, e  che non sembra proprio una gran pubblicità per chi le macchine le fa. Ma il capolavoro assoluto è l'intervista allegata. “A Renato Vignati, psicologo e psicoterapeuta, famoso per i corsi di ottimismo, chiediamo: che si fa allora con il post vacation blues?” – e così s'appura che, un po' coglioni e un po' mesti, quello di cui soffriamo è “il post vacation blues”. E che si fa, professore. “Si affronta – la saggia risposta – Si cerca di capire da che cosa nasce” – il blues? lo stress? il post vacation? – così che uno s'impressiona pure di più: oddio, che mi sono beccato? Fatto sta che adesso, a ferie concluse, “è come se portassimo un vestito stretto, una taglia in meno”. Un consiglio? Un sarto che allarghi? “Corsi di rieducazione alle vacanze”, suggerisce il professore, “famoso per i corsi di ottimismo” –  che probabilmente porteranno dalla certezza che ti stanno facendo un culo così alla convinzione “però, che culo che c'ho!”.

    Benemerite iniziative: mantenere un principio di Milano Marittima pure accampati a Pozzuolo Martesana è un gran passo avanti. La parola d'ordine, quindi, è: resistere! resistere! resistere! a quella che una volta era solo sanissima nostalgia (stessa spiaggia, stesso mare, sapore di sale e luglio col bene che ti voglio, ecc.). Anche perché butta male. Titola Repubblica: “Ridere 15 minuti al giorno fa bene al cuore. Con la crisi infarti cresciuti del 15 per cento”. Il Messaggero: “La crisi fa male al cuore. ‘Infarti in aumento' ”. Ogni consiglio antistress è utile, ci mancherebbe altro – uva o noci e un quarto d'ora di risate, figurarsi. Ma pure una classica deprecabile e già sperimentata toccata, così, a scongiuro e per sicurezza, non è sbagliata.