Un'estate di serie tv/ 5
I gladiatori un po' calciatori e un po' pornodivi di "Spartacus. Blood and Sand"
Per una legge non scritta a ogni pellicola che presenti, con la giusta dose di violenza, la figura del gladiatore è garantito un successo sicuro. Ne sa qualcosa Russel Crowe che nonostante le tante interpretazioni di successo resta noto ai più come "il gladiatore", così come altri mostri sacri del cinema hollywoodiano che almeno una volta hanno stretto nella destra un gladio e inforcato il mutandone d'ordinanza. Non sfugge a questa norma il serial tv “Spartacus. Blood and Sand”.
Per una legge non scritta a ogni pellicola che presenti, con la giusta dose di violenza, la figura del gladiatore è garantito un successo sicuro. Ne sa qualcosa Russel Crowe che nonostante le tante interpretazioni di successo resta noto ai più come "il gladiatore", così come altri mostri sacri del cinema hollywoodiano che almeno una volta hanno stretto nella destra un gladio e inforcato il mutandone d'ordinanza. Non sfugge a questa norma il serial tv “Spartacus. Blood and Sand” che a cinquant'anni esatti dal celebre, e omonimo, film di Stanley Kubrik, rimette in scena con grande successo le vicende del mitico trace ribelle. In questo serial, prodotto tra gli altri da Sam Raimi, c'è probabilmente il più alto concentrato di sangue e sesso che la televisione recente abbia offerto ai propri spettatori. Il soggetto della serie porta con sé un dovuto confronto con i suoi illustri, e ingombranti, omonimi, ma sono più lampanti le differenze che le assonanze. Lo Spartacus interpretato da Kirk Douglas è il cinema per antonomasia, fatto di lunghi piani sequenza, di scene con ottomila comparse, di dialoghi e musiche che ne esaltano l'epica. Quello proposto nel serial incarna, invece, l'essenza della televisione contemporanea, in cui la complessità dell'animo umano viene adeguatamente potenziata per spingere fino all'eccesso i suoi aspetti estremi, al fine di raccoglierli e porli al centro del racconto racchiuso nello schermo.
L'arcinota ribellione dello schiavo gladiatore resta, nella serie, in secondo piano nello ed è soppiantata dagli intrighi, dalle malefatte e dalle perdizioni di ogni genere che si aggrovigliano nell'assolata Capua del primo secolo dopo Cristo. Nel calderone di Spartacus, oltre a ettolitri di sangue e grappoli di teste mozze, si mescolano lealtà, tradimento, sesso, amore, vita e morte, creando una mistura dai toni molto forti, certamente insolita anche al più famelico dei telespettatori.
Non è casuale che i gladiatori della serie siano un po' calciatori un po' pornodivi, e che le protagoniste femminili ricordino al contempo le veline e le dive del cinema hard. Al pari di questo genere di personaggi gli interpreti di Spartacus sfoggiano fisici asciutti e vigorosi, mostrando un modello di sessualità glabra, paradossalmente pulita, considerato il contesto in cui agiscono, e sfacciatamente protagonista della scena. Per quanti non ne siano a conoscenza è bene ricordare che l'ultimo calciatore ad aver mostrato un petto villoso dopo aver segnato un goal è il per niente compianto dai suoi ex tifosi Daniel Fonseca. In Spartacus, al contrario, è tutto uno sfoggio di pettorali, addominali, natiche e seni lisci e perfetti come spesso accade nei prodotti della così detta “cultura di massa” di cui il calcio e il porno sono evidentemente protagonisti. Eppure il serial colpisce nel segno e incolla lo spettatore allo schermo con maggiore godimento rispetto a un “Uomini e Donne” qualunque. Questo perché al fondo del nostro animo di spettatori resiste una goccia di quello spirito sanguinario che così tanto eccitava il popolo romano. Quanti di noi almeno una volta nella vita avrebbero voluto gridare con voce tremenda “kill them all”.
La seconda stagione del serial, seppur molto attesa, ha subito un certo ritardo a causa della grave malattia che ha colpito Andy Whitfield, l'interprete protagonista, a cui ovviamente auguriamo una pronta guarigione. Per saziare la sete di sangue dei tanti fans della serie è stato realizzato un prequel, “Spartacus. The god of the arena”, in onda su Sky Uno dal 25 agosto. Non perdetelo.
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