Quando il Pd “etico” espulse il senatore Villari, reo di non dimissioni

Marianna Rizzini

Eppure un giorno, a Garante etico non ancora insediato, il Pd espulse. Purtroppo, direbbe un garantista. Per fortuna, direbbe un garante, se è vero che il presidente dei garanti pd Luigi Berlinguer dice oggi “c'è bisogno di rigore” dopo aver sospeso – a tempo – un Filippo Penati già autosospeso. Magari è già troppo, ma i garanti pd si sono addirittura giustificati, forse con il timore di aver dato soltanto una briciola in pasto agli elettori ormai sedotti dai proclami spazzatutto à la De Magistris: “Non potevamo espellerlo".

    Eppure un giorno, a Garante etico non ancora insediato, il Pd espulse. Purtroppo, direbbe un garantista. Per fortuna, direbbe un garante, se è vero che il presidente dei garanti pd Luigi Berlinguer dice oggi “c'è bisogno di rigore” dopo aver sospeso – a tempo – un Filippo Penati già autosospeso. Magari è già troppo, ma i garanti pd si sono addirittura giustificati, forse con il timore di aver dato soltanto una briciola in pasto agli elettori ormai sedotti dai proclami spazzatutto à la De Magistris: “Non potevamo espellerlo, Penati, lo statuto e il codice etico prevedono l'espulsione solo in caso di arresto o rinvio a giudizio”.

    Espulse, dunque, il Pd, nel giro di quindici giorni e senza che ci fosse di mezzo alcuna inchiesta giudiziaria. Circostanza, questa, che provoca ora la boutade dell'espulso Riccardo Villari: “O era poco seria ieri, la mia espulsione, o è poco seria oggi”. Villari, cioè l'ex senatore pd (ora sottosegretario pdl) divenuto famoso nel novembre del 2008 per essere stato eletto alla presidenza di una bloccatissima commissione di Vigilanza Rai con un blitz della maggioranza (più due voti dell'opposizione).

    C'era stato, prima, un lungo periodo di stallo attorno al nome di Leoluca Orlando, voluto dall'Idv e non voluto dal centrodestra. Ci fu, poi, un lungo incartarsi bipartisan sulle nomine al cda Rai. “Regime”, disse intanto Walter Veltroni di fronte all'elezione inaspettata di Villari. “Dittatura argentina”, rincarò Antonio Di Pietro. “Villari dimettiti”, urlò invano tutto il Pd veltroniano (ma anche Anna Finocchiaro inorridì: giorni prima aveva avvertito Villari che qualcosa nel Pdl si stava muovendo proprio sul suo nome). E più il Pd invitava Villari a farsi da parte, più Villari, rimembrando “i vecchi padri democristiani” che l'avevano tenuto a battesimo (è buttiglioniano o mastelliano?, si chiedevano i cronisti), si metteva letteralmente in mezzo come uomo-cerniera capace di far dialogare Pd e Pdl.

    “Sono stato eletto democraticamente e non me ne vado finché non c'è accordo su un altro nome”, disse Villari in attesa di un incontro con Veltroni (“si sentiva un padre costituente del Pd e pensava che W. avrebbe tutelato la sua onorabilità”, dice un amico). “Resto per rispetto delle istituzioni”, “mi metto a lavorare per la Vigilanza”, “resisto”, insisteva Villari, cocciuto senza crepe, mentre il Pd, con qualche eccezione dalemiana, lo accusava di connivenza col nemico e usurpazione. E insomma il senatore Villari, per non essersi dimesso da una carica ottenuta contro il volere del Pd ma non illegalmente, non si salvò dall'espulsione.

    Risolto a quei tempi in fretta e furia, il dilemma “espellere o no?” si ripresenta con gli interessi, e sotto forma di questione morale, al Pd in crisi di identità (“manettari o no?”), tanto più che fin dal mattino Repubblica dà la sveglia con l'intervista di Concita ai sindaci democratici (domanda comune iniziale: “Esiste la diversità etica della sinistra?”).

    • Marianna Rizzini
    • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.