Contro l'euromasochismo/ 2

Non c'è bisogno di essere Krugman per dimostrare che i tedeschi alla Stark sbagliano

Francesco Forte

Jürgen Stark, il membro tedesco del board della Bce che si è dimesso in polemica con gli acquisti dei titoli pubblici italiani e spagnoli, ha spiegato il suo dissenso da Jean-Claude Trichet sostenendo che la Bce con l'acquisto di titoli degli stati membri deroga al suo statuto, che la vincola alla stabilità monetaria e le vieta la monetizzazione del debito pubblico.

    Jürgen Stark, il membro tedesco del board della Bce che si è dimesso in polemica con gli acquisti dei titoli pubblici italiani e spagnoli, ha spiegato il suo dissenso da Jean-Claude Trichet sostenendo che la Bce con l'acquisto di titoli degli stati membri deroga al suo statuto, che la vincola alla stabilità monetaria e le vieta la monetizzazione del debito pubblico.

    D'altra parte il premio Nobel
    per l'Economia, Paul Krugman, iper keynesiano, sul New York Times, ha argomentato che le Banche centrali hanno il compito di fornire all'economia una offerta adeguata di moneta e che fra queste incombenze vi è l'acquisto di debito pubblico, per assicurare l'equilibrio macro economico.
    Stark ha torto, ma non c'è bisogno di essere keynesiani come Krugman per dimostrarlo. La Federal Reserve degli Stati Uniti ha fra i suoi compiti il pieno impiego e non ha un divieto di finanziamento del governo mentre la Banca centrale europea deve perseguire la stabilità monetaria e le è vietato fornire credito agli stati.

    Tuttavia Stark confonde l'acquisto di titoli pubblici di nuova emissione come finanziamento dei governi con quello sul mercato secondario e l'acquisto di debiti di stati insolventi con quello di titoli dotati di valore intrinseco. La Bce si è trovata di fronte a vendite di titoli pubblici di stati dell'Eurozona sul mercato secondario, a prezzi inferiori al loro valore corrente precedente.
    Ciò stava (e sta) generando una ondata deflazionista, con effetto di Pigou sulle famiglie e sulle imprese e riduce i valori patrimoniali delle banche con conseguente riduzione della base monetaria M2. Imponendo il pareggio del bilancio a garanzia della solvibilità degli stati interessati, la Bce può acquistare questi titoli senza violare il principio per cui non può finanziare deficit statali. E nello stesso tempo agisce per mantenere la stabilità monetaria, che include anche un cambio dell'euro non erratico. Una Banca centrale deve avere delle riserve e non si capisce perché le debba avere solo in bund o magari in titoli del debito americani. Inoltre la riduzione rapida dei deficit nell'Eurozona, benché desiderabile, genera un effetto deflattivo a cui deve corrispondere una politica monetaria accomodante. Se ci fosse pericolo di inflazione, la Bce avrebbe aumentato il tasso, come preannunciato. Il monetarista Milton Friedman ha spiegato che la grande depressione è derivata da un'offerta di moneta troppo scarsa.