Non è che la Dandini, forse forse, ce la può fare anche a prodursi in Rai?
Serena Dandini è pur sempre Serena Dandini, e se dice “in Rai non mi vogliono” rischia di far morire di crepacuore tutti. Serena Dandini è pur sempre Serena Dandini, e anche se ora si tratta (la società di produzione esterna Fandango forse farà alla Rai uno “sconto”), l'idea di una Dandini sull'Aventino scatena subito una madeleine di tv delle ragazze e imitazioni dopo cena, Guzzanti agli albori e ultimi canti di Kurt Cobain, culto di “Avanzi” e tormentone “la-seconda-che-hai-detto”, romanesco vezzoso e parodia di Francesco Rutelli da cliccare in eterno su youTube (“a Berlusco', ricordate degli amici”).
Serena Dandini è pur sempre Serena Dandini, e se dice “in Rai non mi vogliono” rischia di far morire di crepacuore tutti. Serena Dandini è pur sempre Serena Dandini, e anche se ora si tratta (la società di produzione esterna Fandango forse farà alla Rai uno “sconto”), l'idea di una Dandini sull'Aventino scatena subito una madeleine di tv delle ragazze e imitazioni dopo cena, Guzzanti agli albori e ultimi canti di Kurt Cobain, culto di “Avanzi” e tormentone “la-seconda-che-hai-detto”, romanesco vezzoso e parodia di Francesco Rutelli da cliccare in eterno su youTube (“a Berlusco', ricordate degli amici”).
Serena Dandini è l'autrice e conduttrice dei tempi d'oro della Rai che con i suoi quattordici autori – praticamente un giornale – vuole produrre con Fandango (e d'altronde anche Fandango è pur sempre Fandango: libri, film e programmi di sinistra, sì, ma chapeau). Serena Dandini è ormai come il meteo, c'è e basta, rossetto rosso su divanetto rosso a “Parla con me”, e chi altro se non lei potrebbe permettersi di darsi al giardinaggio e uscirsene con un libro agreste per Rizzoli (“Dai diamanti non nasce niente”). Serena Dandini, già a luglio, scriveva lettere accorate al Corriere della Sera – qui nessuno mi dice se ce la farò – e il critico Aldo Grasso, a leggere le sue parole (“certo in tv nessuno è intoccabile e tutti sono sostituibili”), si chiedeva perché mai, allora, Serena si comportasse da “intoccabile”: “La cosa curiosa che trovo in certi conduttori è che parlano della loro eventuale uscita dalla Rai. Ma mai della loro entrata”, scriveva.
Serena Dandini, alla fin fine, non digerisce che la Rai voglia realizzare “Parla con me” (di cui detiene il cento per cento dei diritti) all'interno dell'azienda. Ma c'è la squadra già affiatata, dice Dandini. Ma dovevate dirlo prima, lamenta, invitando a parlare chiaro e “buonanotte”. E insomma: uno ha appena tirato un sospiro di sollievo per Milena Gabanelli, finalmente certa della tutela legale per “Report”, che Dandini si presenta, adirata e afflitta, sulle pagine dei quotidiani. E allora uno quasi quasi glielo direbbe, a Serena Dandini, che in fondo persino Roberto Saviano e Fabio Fazio, per “Vieni via con me”, con qualche autore in meno ce l'hanno fatta, e che a lei, Serena Dandini – anni di tv, anni di culto giovanile, anni di fedeli telespettatori – anche una webcam, al limite, potrebbe bastare (se ce la fa Enrico Ghezzi, perché no?). Il Codacons c'è andato giù pesante con un j'accuse sulle produzioni esterne e sui conduttori che si disegnano il lavoro con chi gli pare e “guadagnano di più” “a spese dei contribuenti”. Roba da anticasta scatenata, questa, che a Serena Dandini farebbe torto. E però forse con un piccolo sforzo ce la si può fare, a prodursi un po' più internamente, e magari ci scappa pure qualche nuova idea.
Il Foglio sportivo - in corpore sano