Ciao Super Girl
Verrà sostituito da qualcosa di più conforme, una nuova programmazione ispirata alla morale, alla sicurezza e ai lavori domestici. Basta con le ragazzine che cantano, ballano, diventano famose grazie ai riflettori e al televoto. Questo non è l'occidente, qui non ci si corrompe l'anima. Il governo cinese ha sempre giudicato “Super Girl” (trasmissione di enorme successo, lanciata nel 2004, che ha toccato punte di quattrocento milioni di spettatori: il record nella storia della televisione cinese) un modello “malsano”.
Verrà sostituito da qualcosa di più conforme, una nuova programmazione ispirata alla morale, alla sicurezza e ai lavori domestici. Basta con le ragazzine che cantano, ballano, diventano famose grazie ai riflettori e al televoto. Questo non è l'occidente, qui non ci si corrompe l'anima. Il governo cinese ha sempre giudicato “Super Girl” (trasmissione di enorme successo, lanciata nel 2004, che ha toccato punte di quattrocento milioni di spettatori: il record nella storia della televisione cinese) un modello “malsano”. Immagini sbagliate di femminilità frivola, ragazze spavalde con un microfono in mano che cantano Shakira, saltellano dentro stivaletti col tacco, sorridono, accorciano le gonne, salutano a casa (le telecamere arrivano fin nelle campagne a intervistare genitori, fieri e commossi da quella luce abbagliante, che mostrano le foto della figlia da piccola durante l'ora di ginnastica), e la diavoleria del televoto, pericolosamente vicino alla democrazia, che inebria gli spettatori, esaltati all'idea di potere esprimere una preferenza con una telefonata: inaudita libertà di prendere decisioni, scegliere un vincitore (la finale della terza stagione ha raccolto più di un miliardo di voti ed è stata definita il massimo esercizio di democrazia cinese).
Tutto troppo occidentale, troppo desiderabile. Il programma è stato cancellato (meglio una cosa meno emozionante: consigli su come lustrare i pavimenti). Non era più accettabile, per lo stato, questa versione cinese di “American Idol”, e non sarà più accettata alcuna forma di talent show, scrive il Financial Times. La decisione è travestita da misura disciplinare dell'Amministrazione di stato per radio, film e televisione: “Super Girl” sforava sempre nello spazio del programma successivo, non riusciva a mostrare un po' di modestia nemmeno nell'orario. Adesso quelle ragazze la smetteranno di sognare di diventare cantanti o soubrette e aspireranno finalmente a un futuro più pudico, magari in una bella fabbrica di borse. Niente sculettamenti, niente decadenza morale, niente fan scatenati di ogni età che passano le sere ad abbeverarsi a tutta quella leggerezza e a mandare compulsivamente sms. All'inizio “Super Girl” era un programma locale, veniva trasmesso dalla provincia di Honan, ma la gente impazzì di entusiasmo. Centoventimila ragazze ai provini per essere accettate nel mondo dei sogni: avevano trenta secondi per cantare una canzone e stringere in mano un'opportunità. La vita a colori, le gonne di tulle, gli stivali, e per una vincitrice ci fu perfino l'invito di Oprah Winfrey.
La ventenne che vinse nel 2007 ha raccontato con emozione e occhi bassi questo “incredibile colossale processo”: dieci anni fa un cambiamento del genere non sarebbe stato possibile, “erano tutti concentrati sullo sviluppo economico, ma adesso le cose vanno sempre meglio, abbiamo la tivù, la connessione internet, e l'enorme possibilità di sostenere chi ci piace”. Non ti ci abituare, piccola, e non metterti tutto quel trucco. Hai corso un grande pericolo (da queste parti si dicono certi che nelle intercettazioni ci sia uno spaccato di Italia, effetto collaterale di trasmissioni come quella), ma adesso la tua moralità è salva. Sei proprio fortunata.
Il Foglio sportivo - in corpore sano