Con un iPhone e Twitter Fiorello ha creato dal nulla una “tv” di successo

Michele Boroni

Se c'è un personaggio del panorama radiotelevisivo italiano che non si è mai piegato a format rigidi e stantii ma che, al contrario, ha sempre giocato con i media e i format, quello è Fiorello. Negli ultimi quindici anni i suoi show oltre a essere spettacoli leggeri e divertenti, sono stati anche delle operazioni di decostruzione e ribaltamento dei codici linguistici dei media in cui si esibiva. E' successo con la radio (“Viva Radio2”) che lo showman ha trasformato in un laboratorio di sperimentazione, lo ha fatto anche per il mini programma post tg Viva “Radio2minuti” su RaiUno.

    Se c'è un personaggio del panorama radiotelevisivo italiano che non si è mai piegato a format rigidi e stantii ma che, al contrario, ha sempre giocato con i media e i format, quello è Fiorello. Negli ultimi quindici anni i suoi show oltre a essere spettacoli leggeri e divertenti, sono stati anche delle operazioni di decostruzione e ribaltamento dei codici linguistici dei media in cui si esibiva. E' successo con la radio (“Viva Radio2”) che lo showman ha trasformato in un laboratorio di sperimentazione, lo ha fatto anche per il mini programma post tg Viva “Radio2minuti” su RaiUno, ma anche nella trasposizione televisiva per SkyUno del suo show teatrale di un paio di anni fa (“Fiorello Show”): per tre sere alla settimana Fiorello giocava con l'attualità invitando ospiti celebri seduti in platea e invadendo anche i format più seri del network satellitare, come ad esempio le finestre active.

    Insomma, il cortocircuito tra i media da sempre stimola la creatività e anche la capacità di improvvisazione dello showman catanese. Fino all'inizio di settembre di quest'anno i suoi rapporti con Internet erano rari e vissuti con sospetto, “sono un siciliano di altri tempi” amava ripetere nelle interviste quando arrivava la consueta domanda riguardo al Web.

    Ma da alcune settimane Fiorello è approdato sulla rete: invece di approcciare con un proprio sito web, creandosi una noiosa e costosa web tv come fece Simona Ventura, invece di entrare sull'impegnativo social network di Facebook, peraltro già affollato con risultati alterni dal monde et demi-monde delle celebrità, ha scelto Twitter – il vero e unico social media della rete – attraverso l'account @sarofiorello e che ha rapidamente raggiunto 31.000 seguaci.

    La modalità è quella del puro cazzeggio. Tweet testuali, ma soprattutto brevi video realizzati con l'iPhone: imitazioni varie, casuali incontri al bar, impressioni post jogging, ogni occasione è buona per cinguettare. Ma piano piano si stanno creando degli appuntamenti, al punto che si può parlare di vero e proprio palinsesto: c'è la lettura dei giornali dall'edicolante Cesare, c'è l'angolo sportivo con l'esilarante imitazione di Gasperini (preso molto seriamente dai tifosi interisti che volevano cacciare l'allenatore), i suoi commenti in diretta sul prime time e le ospitate vip in orari strategici. Insomma, una vera e propria Fiorello tv.

    Nell'apparente improvvisazione fiorelliana tutto ha un senso e un fine: infatti a novembre parte il suo show del ritorno alla Rai (“Buon Varietà”) e Twitter serve anche come palestra per testare nuovi personaggi o tormentoni. Ma c'è dell'altro. In queste settimane in tv sta girando il nuovo spot Infostrada con protagonista Fiorello che si autoriprende via tablet: le stesse modalità e codici estetici dei suoi tweet. E se fosse tutto uno megaspottone?