Quella trappola per Vendola

Claudio Cerasa

Il fatto che Nichi Vendola chieda con insistenza sia di andare alle elezioni già il prossimo anno (è l'unico nel centrosinistra che le chiede con Antonio Di Pietro) sia di convocare le primarie di coalizione del centrosinistra (per Vendola, si sa, “Le primarie sono come il gesto del bambino che ascolta la conchiglia e sente il rumore del mare: è il rumore della vita”) è legato anche al fatto che il presidente della regione Puglia sa che nel 2013 il Pd potrebbe scegliere di convocare le primarie di partito rinunciando a celebrare le primarie di coalizione.

    Il fatto che Nichi Vendola chieda con insistenza sia di andare alle elezioni già il prossimo anno (è l'unico nel centrosinistra che le chiede con Antonio Di Pietro) sia di convocare le primarie di coalizione del centrosinistra (per Vendola, si sa, “Le primarie sono come il gesto del bambino che ascolta la conchiglia e sente il rumore del mare: è il rumore della vita”) è legato anche al fatto che il presidente della regione Puglia sa che nel 2013 il Pd potrebbe scegliere di convocare le primarie di partito rinunciando a celebrare le primarie di coalizione. Nel caso in cui il Partito democratico dovesse rinunciare alle primarie di coalizione (che per statuto, naturalmente, non sono affatto obbligatorie) Vendola avrebbe tre opportunità per non interrompere la sua corsa per la candidatura alla presidenza del Consiglio. La prima: presentarsi da solo. La seconda: presentarsi alla guida di una coalizione formata da Sel e Idv. La terza (ipotesi fantapolitica ma di cui si discute seriamente nel Pd) entrare nel Partito democratico e partecipare da dentro il partito alle primarie per la selezione del leader del Pd. “In tutte le grandi democrazie del mondo in cui ci si serve delle primarie – dice Giorgio Tonini, senatore del Pd – funziona così: vuoi correre per la presidenza del Consiglio? Bene: tu entri dentro il partito che organizza le primarie e poi provi a giocarti le tue chance per la leadership da lì. Si tratta di una questione di logica. E credo, davvero, che sia impensabile continuare a utilizzare le primarie organizzate dal Pd come se fossero un taxi per far salire i vari leader del centrosinistra quando ritengono che sia più comodo per loro”.

    • Claudio Cerasa Direttore
    • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.