La vera aria irrespirabile italiana è nel piacere perverso di svelare tutto
Da cattolico Panayotis Kantzas ha ascoltato con attenzione la messa in guardia del cardinal Bagnasco alla comunità dei credenti. Da psicanalista si prende la libertà di qualche glossa al margine, perché ogni parola può essere interpretata. Dice al Foglio che “l'aria irrespirabile” di cui ha parlato il capo dei vescovi non deriva tanto da una dimensione etica o estetica ma logica”.
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Da cattolico Panayotis Kantzas ha ascoltato con attenzione la messa in guardia del cardinal Bagnasco alla comunità dei credenti. Da psicanalista si prende la libertà di qualche glossa al margine, perché ogni parola può essere interpretata. Dice al Foglio che “l'aria irrespirabile” di cui ha parlato il capo dei vescovi non deriva tanto da una dimensione etica o estetica ma logica, nel senso di logos, discorso e ragione. In tutto l'occidente, l'imperio assoluto della finanza, il denaro re, hanno indotto perdita di senso e di soggettività dell'individuo, sempre più incapace di distinguere ciò che è bene da ciò che è male, di ponderare le singole scelte. Così vive al di sopra dei propri mezzi, consuma in eccesso, compra merci di cui non ha bisogno e per lo più a debito. Kantzas sembra condividere l'opinione di quegli economisti che individuano proprio nel credito al consumo, le famose carte di debito, “revolver” puntati alla testa dei consumatori, il fattore di una crisi che potrebbe essere ben peggiore di quelle viste finora, perché centinaia di milioni di persone si ritroveranno sole di fronte alle conseguenze dei loro atti senza più contare né su una mediazione collettiva né su un possibile intervento dello stato. “E' la conseguenza drammatica della psicosi ordinaria, della schizofrenia che dai paesi anglosassoni è dilagata in tutto il mondo”.
Ai miasmi che salgono dal contesto internazionale, l'Italia ne aggiunge altri in particolare, che a detta di Kantzas, non vengono da ragazze scollacciate, dai comportamenti anomali del premier e nemmeno dai sospetti di corruzione che aleggiano attorno ad appalti e commesse pubbliche, devianze, degenerazioni che esistono da sempre, fatalmente umane, con cui abbiamo imparato a convivere. Pericle fu accusato davanti alla polis di aver favorito il cognato nella costruzione del Partenone eppure quella fu l'età dell'oro della civiltà greca. L'Italia conosce un clima malsano dunque perché si diffonde a macchia d'olio il piacere di mettere a nudo l'individuo, togliergli persino le braghe di tela, l'ultimo baluardo a sua protezione, a sua difesa. E questo non è solo un piacer malsano, ributtante: è anche profondamente autolesionista, una sorta di suicidio collettivo, di massa. Senza un minimo di segretezza, senza il nascondimento di una parte delle verità dell'uomo, nessuna società potrebbe reggere, il legame sociale si spezzerebbe lasciando ognuno di noi a una raggelante mortifera solitudine: “Su forme di censura e auto-censura riposano l'equilibrio del soggetto e la possibilità stessa di avere relazioni con gli altri. I miasmi vengono da quello che è inopportunamente rivelato e dal modo in cui viene rivelato. Lo diceva già Socrate: “Quello che dico di te non può mai essere tutto quello che di te penso perché se dicessi tutto quello che penso di te non potremmo mai più parlare tra noi”.
“Il Papa, aggiunge Kantzas, in uno dei suoi discorsi in Germania, ha ricordato Gerusalemme, l'Acropoli e Roma come i luoghi fondanti della civiltà occidentale. Nei secoli abbiamo potuto costruire, creare meraviglie perché mai abbiamo rinunciato all'idea del padre, al suo nome. Le rotture epistemologiche del Ventesimo secolo hanno gridato all'occidente, e solo all'occidente, che Dio è morto: abbiamo cercato altri padri senza trovarli, né la scienza, né la lotta di classe, né la psicanalisi possono essere ‘nome del padre'. Abbiamo dunque fallito. E oggi può anche accadere che un padre che dà uno schiaffo al proprio figlio finisca in galera. Cancellare la figura del vecchio padre senza averne uno nuovo porta a esaurimento il ciclo millenario dell'occidente. E' questa rinuncia collettiva, questo smarrimento del ruolo che produce miasmi”.
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E gli interventi
Ma che strana sinistra è quella che applaude al cardinale anti Cav.? di Ritanna Armeni
Caro Bagnasco, non condivido affatto di Sandro Bondi
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