Ilda delle Libertà
La cosa bella è che a questo punto tutti si sentono liberi di sfogarsi e dire al mondo qualunque cosa (non sempre si ha il privilegio di essere intercettati e di leggere i propri pensieri, parole, emozioni sui giornali, quindi bisogna ricorrere, a volte, alle dichiarazioni spontanee). Come nella parodia che faceva Corrado Guzzanti della Casa delle libertà: “Facciamo un po' come cazzo ci pare”, tra palloncini, coriandoli e fischietti, adesso ci si racconta di tutto, in preda a una strana euforia e al desiderio, forse, di prepararsi al dopo Berlusconi con animo un po' più chic.
Guarda la puntata di Qui Radio Londra Boccassini indignata per le intercettazioni? Ahahah!
La cosa bella è che a questo punto tutti si sentono liberi di sfogarsi e dire al mondo qualunque cosa (non sempre si ha il privilegio di essere intercettati e di leggere i propri pensieri, parole, emozioni sui giornali, quindi bisogna ricorrere, a volte, alle dichiarazioni spontanee). Come nella parodia che faceva Corrado Guzzanti della Casa delle libertà: “Facciamo un po' come cazzo ci pare”, tra palloncini, coriandoli e fischietti, adesso ci si racconta di tutto, in preda a una strana euforia e al desiderio, forse, di prepararsi al dopo Berlusconi con animo un po' più chic. Antonio Di Pietro dichiara, pieno di entusiasmo per l'originalità dimostrata, che Bettino Craxi aveva ragione, che le sue idee erano giuste, Sigonella era giusta, “le sue scelte politiche io le considero importanti”.
Ilda Boccassini afferma che “c'è stato un cattivo uso delle intercettazioni telefoniche da parte della magistratura, ovvero da parte degli uffici del pubblico ministero a livello nazionale”, tanto che “anche io, da cittadina, leggendo sul giornale delle cose che non dovrei leggere, m'indigno”. E Oreste Pivetta, sull'Unità, la elogia convinto, rassicurando i lettori: quando Silvio Berlusconi non ci sarà più, e anzi se si sbrigasse a levarsi di torno sarebbe tutto più semplice, torneranno a sbocciare le rose e torneremo a un uso (forse) normale delle intercettazioni. Saremo di nuovo belli, buoni, ragionevoli, garantisti, intelligenti, perché adesso siamo così orribili solo per colpa di Berlusconi, e dobbiamo fare cose brutte perché la sua presenza ce lo impone. Ilda Boccassini si è sentita in dovere di far capire che avverte l'orribilezza, l'anomalia, la mostruosità, ma senza spiegarne i motivi, le cause profonde, anche se il motivo oltrepassa di molto i confini del dovere giudiziario e sembra essere sempre lo stesso, antico, riassunto da quella storica esclamazione di Antonio Di Pietro: “Io a quello lo sfascio”. Ilda Boccassini, nella sua scintillante e rigorosa professionalità, introdusse per prima il salto di qualità nei processi: i racconti gossipari e biondi di Stefania Ariosto, le magliette a righe nelle foto, le confidenze sulle barche, i pettegolezzi che diventavano strumenti di lotta politica (il pool di Mani pulite comunque, in confronto alle procure attuali e all'utilizzo spericolato delle vite private e delle conversazioni spiate, è come il Commodore 64 paragonato al Mac).
E adesso Oreste Pivetta scrive che la Boccassini “ci richiama a un uso sobrio e pertinente, a un uso severo che non metta in mezzo chi non c'entra, il colpevole ipotetico di un delitto o il dirigente politico che parla senza inibizioni”, ma giustifica l'orrore, il terrore e il degrado con “la presenza di un personaggio che levandosi di torno aiuterebbe questo paese a tornare, o almeno ad avvicinarsi, alla normalità”. L'eccitazione di questo momento fa uscire sprazzi di sincerità ma mai di autocritica, perché c'è sempre qualcuno di peggiore dietro cui nascondersi. Ma quando non ci sarà più, non sarà facile tornare indietro.
Guarda la puntata di Qui Radio Londra Boccassini indignata per le intercettazioni? Ahahah!
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