La Mala Educación
Oggi l'amore trionfa. La duchessa d'Alba (i cui cinquantun titoli nobiliari, così come i possedimenti spagnoli, occuperebbero l'intero spazio di questa colonnina) sposa in terze nozze, nella cappella di famiglia, a Siviglia, il suo innamorato: non nobile, non ricco, e soprattutto di ventiquattro anni più giovane di lei. Un impiegato belloccio, con l'aria da filosofo francese alla moda, che da qualche anno la rende molto felice (“un uomo di gran calibro”, ha detto lei), e ha provocato i sospetti e le ire dei sei figli della duchessa Cayetana.
Oggi l'amore trionfa. La duchessa d'Alba (i cui cinquantun titoli nobiliari, così come i possedimenti spagnoli, occuperebbero l'intero spazio di questa colonnina) sposa in terze nozze, nella cappella di famiglia, a Siviglia, il suo innamorato: non nobile, non ricco, e soprattutto di ventiquattro anni più giovane di lei. Un impiegato belloccio, con l'aria da filosofo francese alla moda, che da qualche anno la rende molto felice (“un uomo di gran calibro”, ha detto lei), e ha provocato i sospetti e le ire dei sei figli della duchessa Cayetana.
Lei ha ottantacinque anni, lui sessantuno. Lei è molto hippie, piena di orecchini, rossetti, cappelli, vestiti a fiori, capelli vaporosi e viso più volte caduto allegramente nella tentazione di esagerati ringiovanimenti, lui ha rinunciato davanti al notaio a ogni pretesa sul patrimonio di Cayetana (circa 4 bilioni di dollari, più il magnifico, folle privilegio di entrare a cavallo nella cattedrale di Siviglia). Naturalmente volevano impedirle di sposarsi, trattarla da povera vecchietta, toglierle il sogno (o il giocattolo, che importa) dalle mani piene di anelli. La numerosa prole della duchessa, di età compresa fra i sessantatré e i quarantatré anni, era scandalizzata, infuriata, presa anche dalla famosa sindrome Italo Bocchino (che, quando discuteva con la moglie, le rimproverava di fare “un danno alla collettività”, poiché stava litigando con un uomo pubblico): il figlio Cayetano Martìnez de Irujo, cercando di far desistere la madre dal matrimonio d'amore, le ha ricordato le sue “responsabilità storiche” nei confronti della Spagna (dicono che anche il re Juan Carlos, in una telefonata affettuosa, le abbia detto: ripensaci, alla nostra età non conviene).
Ma la duchessa, che ha già seppellito due mariti (l'ultimo, morto nel 2001, era un ex prete gesuita) e quasi tutti i propri antichi e nobili connotati, che negli anni Ottanta si faceva fotografare in topless, ha sbaragliato ogni opposizione, e adesso in un'intervista accusa la famiglia di non averla sostenuta (ma al matrimonio ci sarà, a farle da madrina, una sua amica duchessa che ha sposato un torero e che quindi può capirla meglio dei figli bacchettoni). “Io non dico loro cosa fare, non vedo perché loro debbano dirlo a me”, ha ripetuto in questi anni, grandiosa come le signore de “Il pranzo di ferragosto” di Gianni Di Gregorio. Infine ha dovuto, perché smettessero di torturarla, distribuire gran parte del suo patrimonio preventivamente, e rimanere soltanto usufruttuaria (ma ha dichiarato: “Finché vivo, sta tutto nelle mie mani”).
La duchessa d'Alba dichiara di essere “antidivorzio, antiaborto e anti tutte queste atrocità: mi sposo per la terza volta solo perché per disgrazia sono morti i miei due precedenti mariti”. Avrà un vestito fantasmagorico, oggi, i tacchi alti, le calze colorate, sarà raggiante di gioia, lifting e scandalosità, potrà raccontare ai suoi bisnipoti di avere fatto sempre e solo quello che ha voluto. Questa è la mala educación che più ci entusiasma.
Il Foglio sportivo - in corpore sano