Male assoluto

Stefano Di Michele

Teologico: è un bene che ci sia il Male. Andreottiano: a pensare Male si fa peccato ma s'indovina. Berlusconiano: meno male che il Male c'è! Assicurativo: bonus Male. Popolare: andar di Male in peggio. Popolare2 (adattato): Male non comprare, risate tu non fare. Canzonettistico (adattato): qui dove il Male luccica e tira forte il vento. Letterario (adattato): il Male per vivere. Persino evocativo della meglio Italia che al Palasharp s'aduna, e dunque “Crucifighe!” è il richiamo in prima pagina – tra voluminose tettone, il Cav. in croce tra esse sorridente s'adagia.

    Teologico: è un bene che ci sia il Male. Andreottiano: a pensare Male si fa peccato ma s'indovina. Berlusconiano: meno male che il Male c'è! Assicurativo: bonus Male. Popolare: andar di Male in peggio. Popolare2 (adattato): Male non comprare, risate tu non fare. Canzonettistico (adattato): qui dove il Male luccica e tira forte il vento. Letterario (adattato): il Male per vivere. Persino evocativo della meglio Italia che al Palasharp s'aduna, e dunque “Crucifighe!” è il richiamo in prima pagina – tra voluminose tettone, il Cav. in croce tra esse sorridente s'adagia, e c'è chi ha memoria di un dotto saggio del professor Gustavo, satiricamente inteso “Jaruzelski”, di alcuni anni fa, “Il ‘Crucifige!' e la democrazia”. E ove il cardinal Bagnasco ha saggiamente chiesto di “purificare l'aria” – confratelli, aprite 'na finestra! – con gran partecipazione il Male aderisce, proponendo la foto di un prelato con al collo, invece dalla croce pettorale, un classico “arbre magique”, nello specifico un “arbre catholique”: aria limpida e incensata.

    Se Vincino e Vauro, capicarogne in testa – con il concorso esterno di Staino e Jacopo Fo (che ha riprodotto, certo ispirato al Bosch del “Giardino delle delizie”, un appunto delizioso party a Villa Certosa, pieno all'inverosimile di figure e figurine, il cui originale di sicuro il Cav. vorrà acquistare per degnamente collocarlo presso la sala stampa di Palazzo Chigi, al posto del pretenzioso Tiepolo, con le pecette sopra le tette – a maggior decoro e a minor elevazione di pensieri) e persino Michele Santoro, un po' all'anno zero della satira politica. (La meglio: “Gli si avvicinò Cazzullo del Corriere della Sera per chiedergli a bruciapelo e senza riguardo per la sua sofferenza: ‘Cosa prova Onorevole?'”). Come la Settimana Enigmistica, il Male vanta innumerevoli tentativi di imitazione, così che sopra la testata è posta la scritta “L'unico”, quale certificazione Doc. Temerariamente – su papi e preti ormai fanno satira pure all'asilo – il manufatto vincinian-vaurista prende di mira il presidente Napolitano, tanto nell'antologica rubrica “Grazie al cazzo, presidente”, quanto in un'efficace invocazione a tutta pagina: “La padellaaa!”. Imperdibile la “Via Crucis anticipatas” di Silvio, opera di Vauro, e l'ormai indispensabile manuale per la rieducazione di Vincino: “Gli orfani di elefanti bisogna rieducarli prima di rimetterli in natura. Se no li sbranano o li calpestano. Così gli orfani di Berlusconi, deputati e deputate” – una folla di prossimi Dumbo vaganti e indifesi. La sfida è quella: riuscire a far satira senza farsi fregare dalla realtà.

    Qui, pure il genio di Vauro e Vincino deve non poco faticare – come Bondi, che deve poetare vedendosela con il nobel Tranströmer. Ieri, due notizie in aperta concorrenza col nuovo/antico giornale: Frattini sfida Parigi e Berlino, manco fossero la discesa di Cortina, mentre s'avvia un film sull'invenzione del vibratore. E' la corsa del reale contro l'irreale, quella di Vauro e Vincino. Dategli questi tre euro per un po' di benzina.