Ghiaccioli bollenti

Annalena Benini

Negli uffici finlandesi, nonostante il freddo, si consumano molti ghiaccioli. E le ragazze lo fanno in modo così voluttuoso da far riunire i giuristi per decidere se mangiare cibo sul luogo di lavoro in modo provocante, con sottotesto erotico, possa rientrare in una fattispecie di molestia sessuale. C'è un video, dell'associazione avvocati finlandesi, con una signora in tailleur alla scrivania, che mangia un ghiacciolo rosa pallido a forma di cetriolo, e manda mugolii di piacere e altri rumori eccessivi, sembra un'imitazione della scena dell'orgasmo in “Harry ti presento Sally”.

    Negli uffici finlandesi, nonostante il freddo, si consumano molti ghiaccioli. E le ragazze lo fanno in modo così voluttuoso da far riunire i giuristi per decidere se mangiare cibo sul luogo di lavoro in modo provocante, con sottotesto erotico, possa rientrare in una fattispecie di molestia sessuale. C'è un video, dell'associazione avvocati finlandesi, con una signora in tailleur alla scrivania, che mangia un ghiacciolo rosa pallido a forma di cetriolo, e manda mugolii di piacere e altri rumori eccessivi, sembra un'imitazione della scena dell'orgasmo in “Harry ti presento Sally”. I colleghi la guardano sconvolti. Domanda in sovrimpressione: “Si tratta di molestia sessuale? Noi conosciamo la risposta”. Insomma, gli uomini fanno apprezzamenti pesanti ed esercitano quello speciale legame occhio-culo quando si passa loro davanti, ma in nome della parità le donne non sono meno fastidiose, specie quando decidono di consumare i pasti alla scrivania. Pare che i cestini del pranzo siano pieni di banane, carote, composizioni di carne e ortaggi a forma fallica. E i frigoriferi aziendali traboccano di ghiaccioli e lecca lecca. Così gli uomini trascorrono la pausa pranzo nell'angoscia, timorosi di alzare lo sguardo e incontrare bocche spalancate, lingue fluttuanti, occhi socchiusi e sfrontati ammiccamenti erotico-culinari.

    A parte che la maggior parte
    delle volte si tratta di un sogno, più che di una molestia: come in quella pubblicità del cappuccino, in cui un tizio crede che la bella sconosciuta di fronte gli stia mandando baci e segnali di apprezzamento spinto, mentre gli sta solo facendo cenno di pulirsi la bocca con un tovagliolo, perché gli è rimasta sulle labbra la schiuma del cappuccino. Forse i giuristi finlandesi sono abituati a mangiare solo lascivi cubetti di ghiaccio, e non sanno quanto siano antierotiche in genere le persone che mangiano. Soprattutto nei buffet, dove la gente si scopre molto violenta, disposta a tutto per un gamberetto con la maionese, soprattutto a pranzo, con un sacco di luce (qui ci si rifiuta di chiamare pranzo la cena e colazione il pranzo): a parte i pezzetti di insalata fra i denti, gli spaghetti che scivolano, le mandibole che si serrano per poi riaprirsi subito (sempre troppo), i segni di unto sui bicchieri e i rigatoni alla vaccinara che cadono di bocca, è proprio la postura del masticatore generico a non fare nemmeno lontanamente pensare a qualcosa di sessuale.

    Il masticatore generico, soprattutto
    se uomo e se cosciente di non potersi gettare su un divano a fine pasto, si curva quasi completamente dentro il piatto, ci mette dentro la testa, toglie dallo sguardo qualunque vago barlume di umanità e si trasforma, di volta in volta, in un insalatone misto, in un petto di pollo con zucchine grigliate, in polpette di manzo scongelate e guarnite con patate transgeniche, e in questa posizione da avvoltoio nasconde al mondo perfino la presenza della forchetta. Tutti gli sforzi sono tesi ad agguantare quanto più pane possibile dal cestino in modo furtivo (alcuni lo nascondono nelle tasche della giacca all'inizio del pasto, quando i commensali stanno ancora leggendo il menu), quindi non è umanamente immaginabile che un tale sottoprodotto umano sia in grado di farsi molestare da una succhiatrice di carote (prima ancora di decidere se lei sia interessata a molestarlo). La denuncia per consumazione oscena di ghiacciolo in luogo pubblico dovrebbe essere preceduta da molti e prioritari processi (non bisognosi di intercettazioni, bastano le foto sui rotocalchi) per incapacità di stare a tavola.

    Il video dell'associazione avvocati finlandesi 

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.