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Manipolare Bagnasco

Maurizio Crippa

Il presidente dei vescovi italiani, cardinale Angelo Bagnasco, al forum delle associazioni cattoliche a Todi, ha tenuto ieri un grande e forte discorso in cui ha sostanzialmente detto due cose: che la chiesa non ha intenzione di rifare una Dc, né piccola né grande, e che invece il grande impegno chiesto ai credenti è di battersi in modo incisivo su quella che, per riassumere, può essere chiamata la “questione antropologica”, che precede (e ricomprende) ogni questione “sociale”. Questo ha detto, e figurarsi se dei giornalisti specializzati in materia non sono in grado di capirlo.

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    Il Foglio pubblica integralmente il manifesto del cardinal Bagnasco sulla questione antropologica e i valori non negoziabili di Benedetto XVI e Camillo Ruini pronunciato a Todi. Sarà domani in edicola con un commento di Giuliano Ferrara (qui in parte anticipato) in cui si dice, contro le minimizzazioni e deformazioni già in corso in queste ore, che quel discorso è un fermo tombale, in nome dell'autonomia dei vescovi e della chiesa dalle piccole manovre partitiche di ogni segno, sui tentativi maldestri di ricostruire la Democrazia cristiana, o suoi surrogati, con la benedizione del Corriere della sera.

    Il presidente dei vescovi italiani, cardinale Angelo Bagnasco, al forum delle associazioni cattoliche a Todi, ha tenuto ieri un grande e forte discorso – lo potete leggere in integrale su questo sito, e domani sul Foglio – in cui ha sostanzialmente detto due cose: che la chiesa non ha intenzione di rifare una Dc, né piccola né grande, e che invece il grande impegno chiesto ai credenti è di battersi in modo incisivo su quella che, per riassumere, può essere chiamata la “questione antropologica”, che precede (e ricomprende) ogni questione “sociale”. Questo ha detto, e figurarsi se dei giornalisti specializzati in materia non sono in grado di capirlo.

    Ebbene. Il sito del Corriere della Sera, invece, titola: “Non si tema per la laicità dello stato, ma la religione non va negata”. E anche: “La chiesa non cerca privilegi”. Che sono sì parole di Bagnasco, ma tolte dal loro contesto e trasformate in un titolo finiscono a significare ben altro. Che cosa? Una blanda e stiracchiata conferma di quanto scritto dal direttore del Corriere Ferruccio de Bortoli questa mattina, e cioè che i cattolici stanno per mollare Berlusconi per dedicarsi molto all'impegno sociale, importunando un po' meno sulle questioni etiche su cui negli ultimi anni hanno bisticciato con “i laici”. Il sito di Repubblica, al solito, ci va un po' più rozza, e titola direttamente che l'“Assenza dal sociale peccato” (a Rep. piace sempre, il “peccato”). E inoltre che i cristiani sono “massa critica nella società civile” (e indovinate da che parte spinge, la massa).

    Cosa ne dedurranno, i lettori dei due siti-portaerei dell'informazione web italiana? Facile. Saranno confermati nel pre-giudizio, del resto da mesi montato come panna da tutti i grandi giornali (complice, va detto, anche un po' di cattiva comunicazione ecclesiastica), e cioè che i cattolici sono pronti a dare il ben servito al governo per buttarsi in un partito che si occupi molto di poveri e immigrati. Una interpretazione ribaltata fino all'incredibile, di cui è campione, sul sito di Repubblica, il commento audio di Marco Ansaldo. Il quale riesce a dire: “Il senso globale dell'iniziativa è la ricerca di un eventuale nuovo soggetto politico di centro che possa scompaginare il quadro politico per andare oltre il bipolarismo”. Be', sappiate che il cardinale Bagnasco, oggi a Todi, ha detto esattamente il contrario.

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    • Maurizio Crippa
    • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

      E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"