Moody's a Todi. Giù il rating della Dc

Paolo Rodari

Chi voleva buttarla in partito, e costruire attorno al mondo cattolico lo schema di manovre politiciste, è rimasto deluso. Doccia gelata per i todini, le associazioni cattoliche solidariste e Pd, che auspicavano un soggetto vescovile che mettesse finalmente in soffitta anni di battaglia sui valori “non negoziabili” e di pluralismo nella presenza politica è stata servita di primo mattino direttamente dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei. Il nostro impegno, ha detto mentre i seminaristi sorseggiavano il caffè gentilmente offerto dai francescani del convento di Montesanto, è “prepolitico”.

    Todi. Chi voleva buttarla in partito, e costruire attorno al mondo cattolico lo schema di manovre politiciste, è rimasto deluso. Doccia gelata per i todini, le associazioni cattoliche solidariste e Pd, che auspicavano un soggetto vescovile che mettesse finalmente in soffitta anni di battaglia sui valori “non negoziabili” e di pluralismo nella presenza politica è stata servita di primo mattino direttamente dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei. Il nostro impegno, ha detto mentre i seminaristi sorseggiavano il caffè gentilmente offerto dai francescani del convento di Montesanto, è “prepolitico” e soprattutto non può nascere al di fuori “di valori” gerarchicamente costituiti. Perché c'è “una concezione antropologica – Bagnasco ha ricordato su tutti il tema della vita e della sua indisponibilità dal suo inizio sino al suo naturale compimento – che la chiesa non vuole e non può negoziare”.

    Aveva visto lungo pochi giorni
    fa il fondatore di Sant'Egidio, Andrea Riccardi, quando diceva che il raduno di Todi non avrebbe fondato “nessuna nuova Democrazia cristiana”. Nel pomeriggio, dopo un incontro a porte chiuse, ne ha preso atto per primo il portavoce del Forum che ha organizzato il raduno di Todi, Natale Forlani: “Non abbiamo intenzione di fare nessun partito cattolico. Il nostro è un magazzino dal quale far uscire un soggetto di aggregazione che sia capace di influenzare l'agire politico, un soggetto dunque prepolitico, un passo indietro la militanza politica, la cui bussola resta soltanto una: i nostri valori. C'è una gerarchia di valori da difendere ed è il motivo per cui siamo qui. Siamo cattolici, abbiamo una dottrina chiara alla quale ispirarci e questa ci unisce. Era da prima degli anni 70 che il mondo cattolico non riusciva a stare insieme sui valori (boom! e il referendum sull'ingegneria biologica? ndd). In questo senso il raduno odierno è una novità enorme. Oggi è chiaro che il terreno sul quale i cattolici vogliono lavorare sono i valori ‘irrinunciabili' che non possono essere scissi da nessun impegno sociale”. Resta che per tutti il quadro politico è in “scomposizione”. E nella ricomposizione i cattolici intendono contare. Ma vogliono farlo senza cedimenti e compromessi su “ciò che abbiamo di più caro, ovvero la nostra identità, i nostri valori”. Un impegno di lobbying in perfetta continuità di vedute con gli ultimi decenni seguiti alla fine della Dc. Il tema non è “dove andiamo domani, in quale partito o in quale polo”. Ma è: “Da dove partiamo per contare di più”.

    Le velleità di tradurre questi concetti direttamente in partito, e opporre il quoziente familiare alla lotta culturale, sono svanite. Erano ballon d'essai gonfiati dall'esterno, dal gruppo Repubblica e stranamente anche dal Corriere della sera, giornale ex ruiniano. Anche Raffaele Bonanni dice di non volere la fine del governo Berlusconi che tra l'altro, ha ricordato ieri Maurizio Sacconi, “ha garantito nel corso di questi anni una regolazione pubblica coerente con la tradizione cristiana”. Dice Bonanni: “Non vogliamo andare al voto anche perché il quadro che si ripresenterebbe è il medesimo. Ma siamo consapevoli che questo governo probabilmente non ce la fa. Servirebbe qualcosa di nuovo. Ma il nostro impegno è oggi soltanto quello di contare di più in questa lunga fase di ricomposizione. In questo senso ciò a cui puntiamo è a una nuova legge elettorale che reintroduca la preferenza”. Modesto.

    L'attenzione dei vertici della chiesa aiuta invece “un forte e profondo movimento culturale capace di cambiare il paese partendo dal territorio”. Lo dice Carlo Costalli del Movimento cristiano lavoratori, a Todi per fare “un percorso che vuole lanciare ponti per includere e non per escludere”. Perché  “chi si chiude nel fortino degli attuali partiti rischia di essere travolto”. Domenico Delle Foglie, ex portavoce del Family Day e oggi presidente del Copercom, ruiniano doc, spiega che “occorre uscire dagli schemi partitici”. “La novità di questo raduno è che “i cattolici finalmente insieme intendono portare avanti una rivoluzione culturale basata su una gerarchia di valori chiari”. Quest'estate tra i primi a parlare di Todi uscendo dagli schemi della militanza partitica è stato su Avvenire il rettore della Cattolica Lorenzo Ornaghi, che oggi dice: “Poiché i valori per orientare e alimentare l'azione politica abbisognano di strumenti, la riflessione va oltre il tradizionale strumento del partito. I cattolici sono ciò in cui credono, e questo Bagnasco l'ha detto definitivamente”.