Un solo spirito, bipolare
Dietro la linea di Bagnasco una chiara intesa col Papa
Non è un caso il fatto che ieri il quotidiano dei vescovi italiani Avvenire abbia pubblicato per intero (in compagnia del Foglio) l'intervento con il quale Angelo Bagnasco a Todi ha chiuso con l'idea di dare vita a una nuova Dc. Significa che per il capo dei vescovi italiani l'intervento di due giorni fa ha lo stesso valore dell'altro testo che il giornale ha pubblicato integralmente nei giorni scorsi: la prolusione al consiglio permanente della Cei, nella quale Bagnasco condannava non senza durezza i comportamenti di Silvio Berlusconi emersi dalle intercettazioni, peraltro bollate come eccessive.
Leggi Bagnasco parla, i giornali scrivono il contrario. Grottesca mistificazione di Maurizio Crippa
Non è un caso il fatto che ieri il quotidiano dei vescovi italiani Avvenire abbia pubblicato per intero (in compagnia del Foglio) l'intervento con il quale Angelo Bagnasco a Todi ha chiuso con l'idea di dare vita a una nuova Dc. Significa che per il capo dei vescovi italiani l'intervento di due giorni fa ha lo stesso valore dell'altro testo che il giornale ha pubblicato integralmente nei giorni scorsi: la prolusione al consiglio permanente della Cei, nella quale Bagnasco condannava non senza durezza i comportamenti di Silvio Berlusconi emersi dalle intercettazioni, peraltro bollate come eccessive. Scottato dalla “spallata al governo” che la maggior parte della stampa gli ha, forzosamente, attribuito e insieme probabilmente preoccupato dal silenzio (alcuni parlano di “gelo”) che le stanze più alte del Palazzo apostolico hanno riservato alla stessa prolusione, Bagnasco a Todi ha voluto ribadire che la linea della battaglia di lunga durata ruiniana sui valori non negoziabili, combattuta in un sostanziale pluralismo politico è esattamente anche la sua, e di conseguenza lo sarà dei cattolici italiani. La staffetta avvenuta nel 2007 tra lui e Camillo Ruini, insomma, prevede la sua autonomia ma non rotture. E nessun partito cattolico.
Dice il vaticanista Sandro Magister: “Con questo testo il cardinale Bagnasco ha messo d'un colpo nell'angolo non solo quelli del Corriere della Sera – che lo stesso giorno del raduno di Todi invitava i cattolici a riscoprire nel dialogo con i laici un tratto più marcatamente conciliare “dopo l'era combattiva e di palazzo di Ruini”, ndr – ma anche tutti quei cattolici che hanno contribuito per settimane, su pagine e pagine del giornalone milanese, a fare impropriamente dell'appuntamento di Todi un evento epocale”. E ancora: “Qual è, infatti, in parole povere, il disegno politico di tutti costoro se non quello di ‘federare' i cattolici in una formazione più o meno nuova, a più anime, di centro, che alleata al Pd raccolga alle urne quel 60 per cento di elettori vagheggiato da Massimo D'Alema in una solenne intervista al Corriere pubblicata proprio alla vigilia di Todi? E' chiaro che una simile alleanza può nascere e funzionare solo a patto di tenerne fuori i ‘divisivi' principi richiamati dal cardinale”.
Con l'intervento di lunedì è chiaro a tutti che le redini dei rapporti tra la chiesa italiana e la politica sono in mano a Bagnasco. La svolta è avvenuta lo scorso 17 settembre. A Castel Gandolfo erano arrivati gli echi di un mondo cattolico in agitazione. La convocazione pre estiva di alcune sigle cattoliche nella parrocchia di via Marsala 42 a Roma da parte del segretario del Pontificio consiglio giustizia e pace, il salesiano monsignor Mario Toso, aveva insospettito non poco diversi ambienti vicini alla Cei. In un summit privato, il Papa, Bertone e Bagnasco hanno concordato l'opportunità che la regia dei rapporti con la politica tornasse con più forza nelle mani di Bagnasco, e così è stato. Infatti molte delle sigle presenti in via Marsala – su tutte Sant'Egidio e le Acli – hanno aderito al raduno di Todi. Meno pronto a “seguire” Bagnasco a Todi è stato l'Osservatore Romano. Solitamente attento a ogni conferma autorevole del pensiero del Papa, il quotidiano diretto da Gian Maria Vian si è un po' distratto e al raduno di Todi dove il capo dei vescovi italiani, in scia a Benedetto XVI, è tornato con forza a difendere i valori che contano, ha dedicato soltanto due scarne cronachette. Reticenti.
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