E' ora che le bambine tornino a essere umane
Tutti sappiamo che la Cina è il paese dove l'aborto selettivo delle bambine è pratica corrente, incoraggiata e spesso obbligata (l'associazione Women's Rights Without Frontiers ha dato notizia lunedì scorso della morte, avvenuta il 12 ottobre nella provincia dello Shandong, di una donna al sesto mese di gravidanza durante l'aborto al quale aveva invano tentato di ribellarsi). Tutti sappiamo anche che la Cina è anche il paese dove ancora oggi, in molte zone rurali, non si esita a uccidere le neonate nell'acqua bollente o lasciandole morire per abbandono, fame e sete, in attesa del maschio al quale l'obbligo del figlio unico dà diritto.
Leggi Julia Kristeva ha scommesso sul soffio di vita prima di tutto e dopo tutto di Annalena Benini
Tutti sappiamo che la Cina è il paese dove l'aborto selettivo delle bambine è pratica corrente, incoraggiata e spesso obbligata (l'associazione Women's Rights Without Frontiers ha dato notizia lunedì scorso della morte, avvenuta il 12 ottobre nella provincia dello Shandong, di una donna al sesto mese di gravidanza durante l'aborto al quale aveva invano tentato di ribellarsi). Tutti sappiamo anche che la Cina è anche il paese dove ancora oggi, in molte zone rurali, non si esita a uccidere le neonate nell'acqua bollente o lasciandole morire per abbandono, fame e sete, in attesa del maschio al quale l'obbligo del figlio unico dà diritto. Ma la vicenda della piccola Wang Yue detta Yueyue, due anni, investita da due camioncini in un mercato di Foshan, nel Guangdong, vista e lasciata in mezzo alla strada da almeno diciotto passanti (come documenta la videocamera di sorveglianza) e morta dopo una settimana di agonia, mostra nel modo più spaventoso quale sia il prodotto di una sistematica negazione dell'umanità.
Le immagini della bambina straziata e sanguinante, del primo e del secondo camioncino che le passano sopra senza fermarsi, dell'indifferenza dei passanti nel corso di un tempo interminabile, raccontano la trasformazione di una bambina in rifiuto: è la spazzina che pulisce il mercato dove si svolge la tragedia l'unica ad avvicinarsi, lentamente, e a mettere la piccola sul ciglio della strada, come farebbe con qualcosa di ingombrante che è meglio non stia lì. L'assuefazione alla disumanità produce disumanità. Non di leggi che obblighino a dare aiuto a chi si trova in difficoltà – come ha promesso dopo l'episodio il Partito comunista del Guangdong – ha bisogno la Cina, ma di guardare con occhi umani ciò che è umano. Una bambina, sembra incredibile doverlo dire, deve tornare a essere umana, anche in Cina. Nel ventre di sua madre, da neonata, a due anni, sempre.
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