Laugh-in

Annalena Benini

Tra i francesi che (non) si incazzano e i giornali che svolazzano, ieri sera a piazza Farnese ridevano tutti (il direttore di questo giornale ha anche ballato Charles Trenet con le signore, per intrattenere il pubblico nell'attesa di Antonio Martino – che è arrivato giusto un tantino in ritardo, a festa finita). Ridevano gli impiegati dell'ambasciata, che prima guardavano sospettosi dalle finestre, e poi sono scesi in piazza a controllare e a sventolare un po' di bandiere (invece il responsabile della sicurezza, vestito da ispettore Clouseau, era molto teso).

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Leggi Noi e loro. Ritratto amante ma doverosamente spietato di tutto quel che c'è di francese in Sarkozy di Lanfranco Pace

    Tra i francesi che (non) si incazzano e i giornali che svolazzano, ieri sera a piazza Farnese ridevano tutti (il direttore di questo giornale ha anche ballato Charles Trenet con le signore, per intrattenere il pubblico nell'attesa di Antonio Martino – che è arrivato giusto un tantino in ritardo, a festa finita). Ridevano gli impiegati dell'ambasciata, che prima guardavano sospettosi dalle finestre, e poi sono scesi in piazza a controllare e a sventolare un po' di bandiere (invece il responsabile della sicurezza, vestito da ispettore Clouseau, era molto teso). Ridevano (sorridevano, non esageriamo) anche i francesi col basco francese in testa, che allora forse le balle non gli girano più, perché sembravano apprezzare questo omaggio al buonumore: Nicolas Sarkozy da una parte e Louis de Funès dall'altra, nel panino riparatorio che ride del bullismo fuori luogo manifestato sul podio di Bruxelles da Nicolas Sarkozy (una signora piuttosto combattiva portava al collo la foto di Alberto Sordi che fa una pernacchia, e sotto la scritta: “Sarkooo”, e diceva a tutti che quell'uomo non si può proprio permettere la spocchia, e che gli italiani non accettano prese in giro da nessuno).

    Come il Foglio aveva promesso, non pioveva (alla faccia del presidente sussiegoso che fa le facce e le risatine a Angela Merkel per significare quanto siamo inaffidabili – con quella megalomania ipercinetica che molti neo padri manifestano subito dopo la nascita dei figli, poiché si convincono immediatamente di averli partoriti loro senza epidurale), e “Douce France” suonava sopra un camion scalcinato, genere Grande guerra, tempestato di foto di Sarkozy: va detto che il ceto medio riflessivo presente alla festicciola in alcuni casi era intonato al camion e aveva l'aria di avere riflettuto a lungo, per molti decenni, fino a imbiancare i capelli e avere bisogno di sedie per appoggiarsi. Anche Daniela Santanchè si è affacciata, “fiera di essere italiana, sono qui per questo”, e il direttore del Foglio ha fumato molte Gauloises, ha mandato baci e saluti con la mano all'ambasciatore mentre spiegava che “la mancanza di ironia di Nicolas Sarkozy gli ha fatto scappare un po' di condiscendenza, ma con dentro la pancia quattrocentocinquanta miliardi di titoli greci. Gli italiani non ridono ma nemmeno la Francia ha molto da ridere”.

    “Nessun paese guardato
    dal buco della serratura risulta, per così dire, attendibile, o dipinto con il punto di vista di Michelangelo, come questa bella facciata” (perché tra le variegate caratteristiche italiane c'è anche quella di avere dato casa ai francesi in un posto molto bello, un palazzo davvero meraviglioso, una cosa per cui diventare almeno simpatici). C'erano parecchie cose da dirsi, e “Que reste-t-il” rendeva bene l'idea di che cosa resta dei nostri amori. Ma le bandiere italiane e le bandierine francesi sventolavano insieme, allegre al tramonto (i rivoltosi che chiedevano: dove sono le uova? erano inoffensivi, e l'ispettore Clouseau si è rasserenato). Motto da ricordare, quando ci si spegne l'orgoglio e si rischia una deriva sarkozista: “Mettiamoci almeno al livello dei nostri animali domestici” (Giuliano Ferrara).

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    Leggi Noi e loro. Ritratto amante ma doverosamente spietato di tutto quel che c'è di francese in Sarkozy di Lanfranco Pace

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.