La bolla educativa
Barack Obama dice che "we can't wait", non possiamo aspettare oltre per aiutare gli studenti che si sono indebitati con lo stato per pagarsi gli studi. Ecco quindi la proposta della Casa Bianca, da rendere operativa l'anno prossimo: agganciare la cifra che gli studenti devono rendere allo stato allo stipendio percepito una volta entrati sul mercato del lavoro. Il tetto è al dieci per cento. Siamo proprio sicuri che we can't wait?
Barack Obama dice che "we can't wait", non possiamo aspettare oltre per aiutare gli studenti che si sono indebitati con lo stato per pagarsi gli studi. Ecco quindi la proposta della Casa Bianca, da rendere operativa l'anno prossimo: agganciare la cifra che gli studenti devono rendere allo stato allo stipendio percepito una volta entrati sul mercato del lavoro. Il tetto è al dieci per cento. Introdurre un limite temporale di vent'anni per il pagamento dei debiti, una sorta di indulto finanziario che scatta a prescindere dalla somma restituita. Abbassare i tassi sui prestiti.
Esempio per capirci: lo studente John Doe prende in prestito dallo stato 166mila dollari per pagare la retta della New York University. Quando esce con la sua laurea scopre però che c'è la crisi, cerca un lavoro qualsiasi e viene assunto come poliziotto. Considerando una carriera media con scatti di anzianità e promozioni varie, un agente guadagna 47 mila dollari l'anno, dunque Doe restituirà allo stato ogni anno 3.602 dollari (la soglia di povertà va sottratta dall'imponibile). A questo ritmo, in vent'anni avrà ridato al creditore governativo 72.040 dollari, cioè meno della metà del suo debito. Lo stato ci mette il resto.
Se si aggiunge però che la somma dei debiti scoperti degli studenti americani è di circa 1.000 miliardi di dollari, che la media delle rette delle università americane è in aumento e che le domande aumentano (la crisi ha avuto l'effetto, tipicamente americano, di riportare tanti disoccupati nelle aule universitarie per acquisire nuove competenze e tornare sul mercato più competitivi. Ma più studenti si iscrivono all'università meno saranno quelli che troveranno un lavoro adeguato al proprio livello di formazione, come sa bene chinque conosca il sistema europeo) è chiaro che il rischio di una "bolla educativa" esiste. Difficilmente un sistema in cui l'aumento dei costi è direttamente proporzionale all'aumento dei soldi che lo stato deve erogare per tappare le insolvenze dei privati può reggere nel lungo periodo. Siamo proprio sicuri che we can't wait?
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