Bandiera nera a Bengasi
Gli ex ribelli libici, ora promossi a milizie del Cnt, si rifiutano di consegnare le armi. Secondo il New York Times, vogliono restare autonomi e ben armati, come "guardiani della rivoluzione". In barba ai moniti dell'ex jihadista Abdel Hakim Belhaj, capo militare del Cnt, chi ha combattuto vuole tenersi le armi. Anzi, molte tribù ne stanno accumulando il più possibile, perché "non si sa mai".
- Gli ex ribelli libici, ora promossi a milizie del Cnt, si rifiutano di consegnare le armi. Secondo il New York Times, vogliono restare autonomi e ben armati, come "guardiani della rivoluzione". In barba ai moniti dell'ex jihadista Abdel Hakim Belhaj, capo militare del Cnt, chi ha combattuto vuole tenersi le armi. Anzi, molte tribù ne stanno accumulando il più possibile, perché "non si sa mai".
- La grande rivolta libica è nata, all'inizio dell'anno, di fronte al tribunale di Bengasi. Nel giro di pochi giorni, il tribunale si era trasformato nella sede di un governo provvisorio fatto da avvocati, insegnanti, liberi professionisti. Ora, mentre a Misurata si discute sulla nuova bandiera (cambiare la striscia verde per una azzurra?), a Bengasi, sul tetto di quel luogo-da-cui-tutto-ebbe-inizio sventola una bandiera nera, con tanto di luna piena e scritta "non c'è altro Dio all'infuori di Allah". La si è già vista altrove, in Afghanistan e in Iraq: è la bandiera di al Qaida. Alcuni residenti hanno raccontato a un reporter di Vice Magazine di averla vista sventolare da alcuni SUV, nella notte, al grido di "Islamiya, Islamiya, non oriente né occidente".
- Una lite tra milizie ribelli per la spartizione di un quartiere di Tripoli, lunedì, è finita in uno scontro a fuoco all'esterno dell'ospedale più importante della città. I combattimenti si sono trascinati anche all'interno, terrorizzando pazienti e personale. Nel vuoto di potere, le milizie si arrogano i diritti più fantasiosi: domenica, due francesi e un giornalista americano sono stati tenuti in arresto per ore, perché stavano filmando nel bunker di Bab al Aziziya senza aver chiesto il permesso ai miliziani. Ormai la gente, assicura un reporter della Reuters, grida agli ex liberatori: "Siete come Gheddafi, abbiamo cambiato una dittatura per un'altra".
- Dopo la caduta del rais, la quantità di notizie infondate non è andata certo a diminuire. Ad esempio, l'annuncio della presenza di armi nucleari in territorio libico, dopo la clamorosa smentita dell'Aiea, è stato derubricato a un errore di traduzione di al Arabiya. L'ex premier del Cnt, confermano i presenti, avrebbe parlato solo di armi chimiche. Le immagini del temibile arsenale circolate sul web, poi, non sarebbero che fermi immagine di filmati come questo, sui ritrovamenti di vecchie scorie e residuati bellici trovati a settembre a Sebha, una delle ultime roccaforti dell'ex rais.
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