Siriani contro siriani

The Tank

E' passato un giorno e il piano di pace proposto dalla Lega araba alla Siria è già fallito. Non meraviglia, considerato che il piano chiedeva il ritiro delle forze di sicurezza siriane dalle città – ma è ovvio che facendo così il regime di Damasco avrebbe rinunciato al pilastro della propria strategia anti insurrezione, negare gli spazi ai manifestanti. A Damasco non c'è una piazza Tahrir da difendere con al Cairo, e la differenza si vede.

    E' passato un giorno e il piano di pace proposto dalla Lega araba alla Siria è già fallito. Non meraviglia, considerato che il piano chiedeva il ritiro delle forze di sicurezza siriane dalle città – ma è ovvio che facendo così il regime di Damasco avrebbe rinunciato al pilastro della propria strategia anti insurrezione, negare gli spazi ai manifestanti. A Damasco non c'è una piazza Tahrir da difendere con al Cairo, e la differenza si vede.

    Per questo ieri i soldati hanno ripreso a sparare con violenza, almeno venti manifestanti sono morti, e domani, venerdì, le cose potrebbero andare anche peggio. A Homs i militari hanno usato i cannoni dei carri armati: non poteva esserci smacco più chiaro per la Lega, che aggiunge un altro fallimento alla sua storia di irrilevanza.  

    La rivolta in Siria sta prendendo ogni giorno di più la forma di una guerra tra siriani, sul modello – pur con differenze – di quanto è successo in Libia. Continuano ad arrivare notizie di attacchi e imboscate da parte del cosiddetto Esercito della Siria libera. Trenta soldati uccisi perché il loro autobus è passato in una zona in mano ai ribelli. Altri 15 morti in furiosi scontri diretti, che provano che la resistenza c'è. Il regime ha fatto minare i confini, per evitare che da fuori arrivino armi di contrabbando. Per ora è una guerriglia di dimensioni ridotte, ma se ci saranno altre defezioni nell'esercito potrebbe trasformarsi in una guerra civile tra soldati pro contro Assad.

    Damasco intanto tenta di recuperare
    terreno sul piano dell'immagine. Assad ha concesso un'intervista al Telegraph e alla rete russa "Canale uno", e la sua fida assistente Bouthaina Shaaban all'Independent.