E' di moda il tirannicidio, abito di gala del più quotidiano parricidio

Umberto Silva

"In the name of God, Italy  and Europe, go!" a caratteri cubitali titola il Financial Times. Parafrasa il famoso appello di Oliver Cromwell, il regicida che uccise più cattolici – attoniti irlandesi perlopiù – di quanto abbiano fatto e mai faranno i musulmani. Oh, sorry se il nostro presidente non è all'altezza delle Loro Altezze! E' un po' discolo in storia; ché se avesse studiato, magari sul Sun, quel che è accaduto nelle corti inglesi, ne avrebbe combinate di ben più grosse.

    "In the name of God, Italy  and Europe, go!" a caratteri cubitali titola il Financial Times. Parafrasa il famoso appello di Oliver Cromwell, il regicida che uccise più cattolici – attoniti irlandesi perlopiù – di quanto abbiano fatto e mai faranno i musulmani. Oh, sorry se il nostro presidente non è all'altezza delle Loro Altezze! E' un po' discolo in storia; ché se avesse studiato, magari sul Sun, quel che è accaduto nelle corti inglesi, ne avrebbe combinate di ben più grosse. Dall'altra parte, dalla parte del diavolo, quale eleganza invece, quale leggerezza. Anche in questo momento tenebroso, punzecchiato dalle zecche dell'economia e della diplomazia internazionale, il Cavaliere si produce in un guizzo geniale: "E' una moda", ha detto parlando dell'attacco all'Italia, strettamente legato al tirannicidio in atto nei suoi confronti. E qui ci vuole un chiarimento decisivo: tiranni non sono certi miti governanti come Luigi XVI o il Cavaliere, ma coloro che cercano di ucciderli, a volte riuscendoci. I tirannicidi cercano di diventare tiranni servendosi di ogni mezzo, attualmente puntano sul catastrofismo. Muoia Sansone con tutti i filistei, perché tali si sentono. Sentono la stretta del loro personal tyrannus, quella camicia di forza che inesausti tessono per imprigionarsi nell'accidia, nella malinconia, nell'invidia, nella lussuria del moralismo; notte e giorno accusando il libertino di mercificare le donne chi più del moralista le strumentalizza, brandendole come un manganello con cui fottere il nemico? In nome della Duchessa di Windsor, Financial vaffanculo!

    Una moda! Come meglio definire il tirannicidio, abito di gala del più quotidiano parricidio? Una moda che Dostoevskij magistralmente descrive nei "Demòni", dove i brillantoni del tempo – ‘nichilisti' si facevano chiamare, tutti contenti – si atteggiavano a liberatori del popolo infierendo su soavi poeti, sui propri benefattori e sulle donne innamorate nonché, ancor più brutalmente, sui loro stessi compagni. Del nichilismo tirannicida in anni più recenti l'Italia ha fatto ampia e sanguinosa esperienza: cos'era il brigatismo rosso se non una perversa moda, l'uccisione dei migliori a opera dei peggiori che si spacciavano per santi martiri? Un volgare estetismo che trovava la sua blasfema Elevazione negli osceni brindisi che nei salotti chic salutavano le sanguinose imprese. Anche oggi si brinda e ancor più si brinderà, anche se grazie al cielo la moda del tirannicidio si è finora attenuta a canoni meno hard. Tuttavia il sangue è stato versato: avvenimento unico nella storia della Repubblica italiana due attentati criminali hanno colpito un presidente del Consiglio. Furono mai feriti o, almeno, presi di mira, Scelba e Tambroni, che pure nemici ne avevano? E prima di loro Crispi e Giolitti? E D'Alema fu mai bersagliato dai fascisti? All'odiatissimo Craxi arrivò una monetina sui piedi, e ancora oggi si stigmatizza la ferocia del gesto. Non dimentichiamo quei due attentati, anche se l'offeso, per amore di patria e indistruttibile buonumore, ha fatto di tutto per dimenticare e farci dimenticare.

    Il Cavaliere minimizza
    e parla di moda, eppure non c'è parola che suoni altrettanto sprezzante, riducendo a frivolo passatempo quello che si sbandiera come salvezza dell'anima e del salvadanaio degli italiani. Una moda retrò, estenuata in tutte le sue varianti tanto che ora nemmeno la si può chiamare tragedia ma farsa. Tuttavia se è alla propria anima, a quel che ne resta, che i tirannicidi indirizzano i loro colpi, la Patria, il Pater, sta sulla traiettoria omicida. Ancora una volta i nichilisti giocano di diabolica astuzia: urlare che l'Italia sta affossando è affossarla, nel mondo dominato dai media in un battito di ciglia nomina sunt res. Occorre abbattere l'ultimo baluardo dello stato, non tanto il premier quanto l'anima italica, farne un'animuccia in preda a una risentita angoscia, un pasticcio di vipere in salmì, per aprire le porte ai lanzichenecchi, consegnando loro rocche un tempo considerate inespugnabile vanto. Marchionne e la Fiat meditano la fuga prima di cadere prigionieri di Madame Peugeot e di Frau Volkswagen. Quindi elezioni, elezioni turbinose che spariglino ancora una volta i programmi dei professori di educazione civica. Finché l'ordine non regna a Roma, finché alla guida del paese sta un saggio giamburrasca, finché il cristianesimo è santa demenza, c'è vita.