Droni for sale
Nel giro di quindici mesi anche la marina americana avrà i suoi droni, strumenti imprescindibili nella strategia obamiana nella guerra al terrorismo. Da tempo la US Navy usa un elicottero senza pilota, ma ora che l'efficacia degli attacchi è corroborata da numeri impressionanti agli alti ranghi militari non sono sfuggiti i vantaggi di avere droni armati in mezzo al mare. E dato che costano poco tutti li stati li vogliono, Iran compreso. C'è solo una forza nello scacchiere internazionale che litiga invece di correre a costruire l'elemento fondamentale della guerra in tempo di crisi. Indovinate quale.
Nel giro di quindici mesi anche la marina americana avrà i suoi droni, strumenti imprescindibili nella strategia obamiana nella guerra al terrorismo. Da tempo la US Navy usa il MQ-8B Fire Scout, un elicottero senza pilota da 950 chili che parte dalle navi americane soltanto per missioni esplorative e ricognizioni, ma ora che l'efficacia degli attacchi è corroborata da numeri impressionanti agli alti ranghi militari non sono sfuggiti i vantaggi di avere droni armati in mezzo al mare. Niente basi da spartire con alleati riluttanti, meno miglia da percorrere in spazi aerei controversi. E anche il budget conta.
Il vantaggio dei droni rispetto ai caccia da combattimento tradizionali è che costano poco, lo svantaggio è che costano poco. Il nuovo Fire Scout armato costerà alla marina 8 milioni di dollari al pezzo, quasi il doppio del Predator, il più sofisticato drone tradizionale che la General Atomics piazza sul mercato a 4.5 milioni di dollari. Pochi spiccioli se paragonati ai 150 milioni di dollari di un F-22 (senza calcolare poi il valore non monetizzabile dell'assenza di rischi per il pilota), e comprando tecnologie leggremente meno avanzate di quelle impiegate dagli americani, il prezzo scende. Un aereo senza pilota può arrivare a costare anche poche decine di migliaia di dollari.
Il fatto che qualla dei droni sia una "cheap war" scatena una legge elementare del mercato: il consumo di massa. Cinquanta stati (fra cui l'Iran, il Pakistan e la Russia) hanno sviluppato i loro droni e qualche mese fa i cinesi hanno presentato i loro modelli con grandi fanfare. Hezbollah dispone di droni di fabbricazione iraniana. C'è solo una forza nello scacchiere internazionale che litiga invece di correre a costruire l'elemento fondamentale della guerra in tempo di crisi. Quale? L'Europa, naturalmente.
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