Chi è Loukas Papademos, il Mario Monti greco

Dimitri Deliolanes

Ci hanno messo quattro giorni per tornare al punto di partenza, e come nuovo premier greco è stato designato colui che era il primo e più forte candidato già da domenica. Loukas Papademos, 64 anni, ex governatore della Banca di Grecia ed ex vice presidente della Bce, ha commentato la sua designazione dicendo che la salvezza della Grecia sarà opera “difficile ma non impossibile”.

    Ci hanno messo quattro giorni per tornare al punto di partenza, e come nuovo premier greco è stato designato colui che era il primo e più forte candidato già da domenica. Loukas Papademos, 64 anni, ex governatore della Banca di Grecia ed ex vice presidente della Bce, ha commentato la sua designazione dicendo che la salvezza della Grecia sarà opera “difficile ma non impossibile”. Domani presenterà il suo governo, otterrà uno scontato voto di fiducia in Parlamento e, ha promesso, si metterà “da subito” a lavorare sui disastrosi conti del paese. I ministri di Nuova Democrazia dovrebbero essere cinque, di cui almeno uno in un ministero economico. Il leader del centrodestra, Antonis Samaras, voleva un governo interamente composto da “tecnici”, ma alla fine ha dovuto cedere. Evanghelos Venizelos, l'uomo forte dei socialisti (dopo la triste uscita di scena di Papandreou), dovrebbe continuare a occupare il delicatissimo ministero dell'Economia e delle Finanze.

    In Parlamento Papademos può contare sui voti dei deputati del Pasok e di Nuova Democrazia e forse ci sarà qualche solitario sostenitore nel piccolo partito Alleanza Democratica dell'ex ministro degli Esteri Dora Bakoyannis. A sinistra c'è solo gelo e ostilità. Non solo i comunisti stalinisti del Kke e la sinistra radicale Syriza, ma perfino il piccolo partito riformista della Sinistra Democratica di Fotis Kouvelis hanno annunciato il loro voto contrario.

    Ma fino a quando rimarrà in carica il tecnocrate Papademos? E' questa la vera domanda. Egli ha precisato che la data del 19 febbraio, quella indicata tassativamente da Samaras  per andare al voto, non può essere considerata “troppo rigidamente”, e che le elezioni potrebbero anche slittare di un mese o due. Dipenderà dal grado di applicazione dell'accordo del 26 ottobre scorso, quello dell'“haircut”, tra la Grecia e la troika. In altre parole, Papademos è arrivato per restare. Vuole governare sul serio, ritiene di poter spendere la propria credibilità presso la troika per contrattare le dure condizioni imposte alla Grecia, e non è disposto a subire pressioni dai partiti. Sicuramente non avrà alcun riguardo verso le roccaforti clientelari di destra e di sinistra. Pulizia, efficienza e rigore. L'opinione pubblica, sfinita da ben quattro giorni di inutili trattative tra i due maggiori partiti, è con lui. Sicuramente sarà migliore di qualsiasi politico.

    Eppure, appena ieri sembrava fatta per il presidente del Parlamento, il socialista Filippos Petsalnikos, un grigio ex sindacalista con notevoli abilità soprattutto nel piazzare i suoi clientes. Un premier di paglia, perfetto per garantire rendite acquisite e roccaforti clientelari. Peggio ancora, sostenuto anche dal partito di estrema destra Laos. Per fortuna, il cerimoniale del palazzo presidenziale ha fatto una clamorosa gaffe e il leader ultranazionalista Yiorgos Karatzaferis se ne andato furioso sbraitando di fronte alle telecamere. Laos forse si asterrà.
    Erano stati messi sul tavolo anche altri nomi. Il presidente della Corte Europea Vasilios Skouris, amico personale di Venizelos. L'ex presidente del Parlamento, il socialista Apostolos Kaklamanis, lo stesso Venizelos. Chiara la volontà dei socialisti di non cedere di un millimetro i posti di potere, in modo da limitare l'inevitabile débâcle alle prossime elezioni. Scelte dettate dal panico.

    E' evidente a tutti che Samaras non vede l'ora di diventare premier, e non poteva certo accettare uomini di paglia del Pasok.  
    Il problema dei due maggiori partiti ora è solo uno. Papademos sarà il Berlusconi della Grecia? Ovviamente, il presidente incaricato non dispone né di televisioni né di ingenti risorse finanziarie. Ma dispone delle armi più preziose oggi in Grecia: la serietà e l'autorevolezza. Con questi chiari di luna, considerata l'universale disistima di cui godono i politici in Grecia, il buon banchiere sicuramente qualche pensierino lo ha fatto. Ecco perché la sua nomina, ovvia già da domenica, è arrivata solo oggi.