“Il governo Monti? E' nelle mani di Berlusconi”, dicono al Pd

Claudio Cerasa

C'è un dubbio grande così che riguarda il futuro del possibile governo guidato dal neo senatore a vita Mario Monti. Il dubbio riguarda il Pd e le condizioni richieste dal segretario del maggior partito d'opposizione per dare il proprio appoggio a un governo tecnico. Ecco: ma quali sono queste famose condizioni? Cosa chiede il Pd per far sì che questo governo tecnico non assomigli a un ribaltone? Lo abbiamo chiesto a uno dei quarantenni (bersaniani) più ruspanti del partito, Stefano Esposito.

    C'è un dubbio grande così che riguarda il futuro del possibile governo guidato dal neo senatore a vita Mario Monti. Il dubbio riguarda il Pd e le condizioni richieste dal segretario del maggior partito d'opposizione per dare il proprio appoggio a un governo tecnico. Ecco: ma quali sono queste famose condizioni? Cosa chiede il Pd per far sì che questo governo tecnico non assomigli a un ribaltone? Lo abbiamo chiesto a uno dei quarantenni (bersaniani) più ruspanti del partito, Stefano Esposito, parlamentare del Pd, e la sua risposta è chiarissima: "Se Berlusconi non appoggia questo governo noi non ci siamo". Dice Esposito al Foglio: "L'unica ragione per cui oggi noi non escludiamo un governo di transizione e non ci opponiamo in modo pregiudiziale al governo Monti è che pensiamo che questa soluzione possa costituire nell'immediato un'occasione importante per ridare fiato all'Italia e per dare l'opportunità al nostro partito di giocare un ruolo importante nella ricostruzione del paese".

    Fatta la premessa Esposito entra nel merito. "Ma ci sono due cose che oggi devono essere chiare. La prima è che se davvero nascerà un governo tecnico il Pd non potrà certo essere rappresentato dagli stessi volti che rappresentano il centrosinistra da vent'anni. La seconda è forse ancora più importante. Perché quando noi diciamo con convinzione "no" a ogni ribaltone intendiamo dire che il nuovo governo per essere pienamente legittimato deve avere anche il benestare del Pdl, e non solo di qualche transfuga, e non solo di qualche Scilipoti. E in questo senso una cosa è certa: sarà impossibile appoggiare questo nuovo governo se questo nuovo governo non riceverà il benestare esplicito del capo del Pdl, e dunque di Berlusconi. Perché ai giochini, scusate, ma noi non ci stiamo".

    • Claudio Cerasa Direttore
    • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.