Nessun crollo delle Borse è devastante quanto un'adolescente in crisi
La cosa più consolante, riguardo la situazione politica attuale, è che nessuna crisi di governo, nessuna resa dei conti, nessuno spread impazzito o scazzottata da talk show, nessun editoriale apocalittico potrà essere devastante quanto un'adolescente alle prese con la propria madre (e le proprie cosce, e la propria verginità). Bisogna passarci, prima o poi. “Mia madre si conferma come la più maledettamente ripugnante delle mamme, è una ributtante, idiota rompiscatole di primissimo ordine.
La cosa più consolante, riguardo la situazione politica attuale, è che nessuna crisi di governo, nessuna resa dei conti, nessuno spread impazzito o scazzottata da talk show, nessun editoriale apocalittico potrà essere devastante quanto un'adolescente alle prese con la propria madre (e le proprie cosce, e la propria verginità).
Bisogna passarci, prima o poi. “Mia madre si conferma come la più maledettamente ripugnante delle mamme, è una ributtante, idiota rompiscatole di primissimo ordine. E' la verità. E in questo momento, dichiaro ufficialmente i miei dubbi sul fatto che lei sia davvero mia madre”. E' il diario di Dora, diciassette anni, in “La meraviglia delle piccole cose” (Leggereditore), di Dawn French, attrice comica e scrittrice (in Inghilterra ha venduto cinquecentomila copie in poche settimane).
La madre fa la psicologa e sta scrivendo uno di quei libri di autoaiuto sugli adolescenti, pieno di buon senso e di consigli utili, mentre la figlia le grida, alla fine della lite serale di routine per dei nuovi colpi di sole sui capelli già decolorati e color paglia: “Mi fai vomitare, lurida puttana”. Non è una scena dell'“Esorcista”, né un articolo di Marco Travaglio, soltanto la vita quotidiana in una famiglia inglese non perfetta (ma quelle perfette, dopo “Piccole donne”, non sono mai più esistite), con aspirazioni dialoganti sul genere “Vorrei che tu mi includessi di più” che degenerano dopo un secondo in “Se mai, dico mai, accetti di incontrare in segreto qualcuno che non conosci, ti ammazzo di botte.
Fino alla morte, ok? Finché non sei, come dire, troppo morta”. La famiglia Battle è talmente disastrosa e comica che ridimensiona la copertina dell'Economist su Silvio Berlusconi, e il figlio maschio sedicenne che ha Oscar Wilde come alter ego chiama la madre e la sorella semplicemente “le megere Battle, la mostruosa madre e la terribile figlia” (“Si dimostrano delle persone sgradevoli e miserabili senza una minima traccia di eleganza e stile, e si abbandonano, pur di avere la meglio, alla volgarità tipica delle classi sociali medio basse”). Si potrebbe indagare sulla crisi da invecchiamento della madre psicologa in cerca di conferme erotiche, sul padre che scompare sempre quando bisogna “costruire un fronte unito” con i figli, sul ragazzo dandy che guarda “My fair lady” e fa la voce di Audrey Hepburn, ma è Dora, l'adolescente che ricorda una guerra nucleare, a riconciliarci con il fallimento di ogni metodo educativo: “No mamma, imbecille di enormi proporzioni, non sono incinta.
Dobbiamo metterlo sul giornale per farlo sapere a tutti? Tipo: Mr e Mrs Battle sono lieti di annunciare che la loro figlia Dora attualmente non è incinta. Andrebbe bene così?”. Pare che l'unica cosa da fare, in questi casi, sia sedersi, preparare dei toast con banana e nutella, e aspettare che passi. In effetti, è la soluzione per un sacco di cose (è possibile anche sostituire i toast banana e nutella con altri cibi, purché immensamente calorici). In fondo a ogni crisi c'è la soluzione, in fondo a ogni conflitto familiare c'è il poetico riconoscimento di un'adolescente finalmente placata: anche se litighiamo un sacco ho un casino di bisogno di lei, perché a tutti serve una madre cameriera.
Il Foglio sportivo - in corpore sano