Le bombe diplomatiche
Sotto al palazzo bianco della Lega Araba al Cairo gli esuli siriani continuano a muovere le bandiere e a trasmettere musica ad alto volume, dopo la sospensione del loro paese dalla lista dei paesi membri. Si sentono vincitori e hanno ragione, il colpo è stato durissimo contro il regime di Damasco, che ieri, fuori da ogni prassi, ha chiesto un'altra riunione d'emergenza della Lega. Vuole essere di nuovo riammessa.
Sotto al palazzo bianco della Lega Araba al Cairo gli esuli siriani continuano a muovere le bandiere e a trasmettere musica ad alto volume, dopo la sospensione del loro paese dalla lista dei paesi membri. Si sentono vincitori e hanno ragione, il colpo è stato durissimo contro il regime di Damasco, che ieri, fuori da ogni prassi, ha chiesto un'altra riunione d'emergenza della Lega. Vuole essere di nuovo riammessa.
E pensare che per dieci giorni la Siria ha snobbato ostentatamente il piano di pace che aveva concordato con la Lega stessa, violandolo in ogni suo punto, a cominciare dal ritiro delle truppe dai centri urbani: in quei dieci giorni di combattimenti ci sono stati 250 morti.
Il ministro degli Esteri siriano, Walid al Moallem, ha ieri tenuto una conferenza stampa con uno strano miscuglio di preghiere e minacce: ha sostenuto che il lavoro perfido dei media arabi non può nulla contro l'unità del paese, ma subito dopo ha chiesto che al Jazeera sospenda la copertura “faziosa” di quanto accade in Siria. E si è ovviamente scusato per gli attacchi della folla pro regime contro le ambasciate e i consolati di Turchia, Qatar e Arabia Saudita. L'ambasciata saudita è stata attaccata a soli tre isolati dagli uffici del presidente Bashar el Assad, nella zona più presidiata della capitale.
Mentre lo zio Rifaat, il macellaio di Hama, da Parigi si propone inutilmente per la transizione, è chiaro che il colpo della Lega contro Assad è stato dato anche per isolare l'Iran, facendo cadere un regime, anzi l'unico regime arabo, suo alleato. Sabato mattina un'esplosione nella base missilistica vicino Tehera, sabato pomeriggio la bomba diplomatica.
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