I guai di una Jirga
Al via la Loya Jirga in Afghanistan e parte male. I servizi di sicurezza hanno bloccato quattro attentatori suicidi che cercavano di infiltrarsi e tutto è stato preceduto dallo scandalo del piano di sicurezza – 25 pagine con tutti i dettagli per garantire lo svolgimento della Loya Jirga al riparo da attacchi e attentati – pubblicato dai talebani pochi giorni fa. Dicono di averlo ottenuto in anticipo grazie ai loro infiltrati, ma Isaf smentisce, dice che non si tratta del piano di sicurezza originale ma di un falso.
Al via la Loya Jirga in Afghanistan e parte male. I servizi di sicurezza hanno bloccato quattro attentatori suicidi che cercavano di infiltrarsi e tutto è stato preceduto dallo scandalo del piano di sicurezza – 25 pagine con tutti i dettagli per garantire lo svolgimento della Loya Jirga al riparo da attacchi e attentati – pubblicato dai talebani pochi giorni fa. Dicono di averlo ottenuto in anticipo grazie ai loro infiltrati, ma Isaf smentisce, dice che non si tratta del piano di sicurezza originale ma di un falso.
La Loja Jirga è una vasta assemblea politica che appartiene alla tradizione afgana, ed è convocata per materie di particolare importanza. In questo caso, si vuole decidere come accordarsi con gli americani in vista della loro uscita dal paese a partire dal 2014 e come fare, con quali condizioni, la pace con i talebani.
Per convocare la Loya Jirga non servono particolari procedure, basta il carisma che ogni leader afgano dovrebbe possedere. Ma per le decisioni che prende, dal 2004, è un altro paio di maniche. Perché siano considerate vincolanti va seguita una procedura, stabilita all'articolo 110 della Costituzione, che definisce chi può partecipare. Come se la situazione non fosse già abbastanza complicata, il rivale del presidente Abdullah Abdullah rifuta di partecipare, il Parlamento contesta la legittimità della Jirga – ma a sua volta è accusato di essere nato soltanto grazie a colossali brogli – e si mormora che Karzai voglia dalla Jirga il permesso di correre per un terzo mandato come presidente e un accordo già ben definito con gli americani.
Il Foglio sportivo - in corpore sano