Napolitano ha agito correttamente non c'è vulnus alle regole democratiche

Berlusconi ha fatto benissimo a dimettersi dopo il voto a favore del suo ultimo provvedimento. E forse questo suo gesto estremo, confortato dal sacrificio personale, anche se salutato purtroppo dall'esultanza del fanatismo popolare di fronte alla gogna, basterà addirittura a salvarlo dalla caduta libera, nel giudizio degli storici a venire. Ma il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, secondo me, ha fatto ancora meglio ad affidare l'incarico di formare il nuovo governo al professor Mario Monti, neosenatore a vita e mondo da legami di diretta dipendenza dai partiti politici.

In termini di fatto, in quanto ha restituito al potere neutro tutto il prestigio e la forza indispensabili (come si è capito da Constant in poi) per governare una democrazia rappresentativa. In termini di diritto, perché sino a prova contraria, fino al giorno in cui il Parlamento è in grado di esprimere una maggioranza a favore di un governo, non c'è santo che tenga, nel nostro sistema costituzionale nessuno ha il diritto di sciogliere le Camere. E allora, mi chiedo, dove sta questo attentato alla democrazia? Dove sta il tradimento della volontà degli elettori? Dov'è il vulnus inferto alla sovranità popolare?

Berlusconi è stato legittimamente eletto, ma ha perso i voti del Parlamento che gli servono per governare. Ora passa la mano a Monti, perché realizzi il suo stesso programma, grazie ai suoi stessi voti che restano determinanti. Ho paura che quella del direttore del Foglio e di tanti amici sia una preoccupazione nobile e giusta, ma infondata, e in un momento come questo temo sia soprattutto inutile, perché rischia di tradursi nell'effetto contrario.

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