Girotondo fogliante - Un'espressione geografica/ 11
Va bene, piangiamo, ma è un miracolo quando la politica riesce ad agire presto
Va bene, piangiamo. Per la nazione che non c'è. Per il popolo sfiancato che si fa sfilare il cuore della sovranità. Per la malnata natura che ci sospinge verso la guerra civile, ad alta, media o bassa intensità, dispiegata, minacciata o simulata, verso tutto insomma fuorché verso una decente rivoluzione. Per un Marat eletto e rieletto per farne una e che si ritrova con un coltello agitato sotto la gola da un'impiegata di banca.
Va bene, piangiamo. Per la nazione che non c'è. Per il popolo sfiancato che si fa sfilare il cuore della sovranità. Per la malnata natura che ci sospinge verso la guerra civile, ad alta, media o bassa intensità, dispiegata, minacciata o simulata, verso tutto insomma fuorché verso una decente rivoluzione. Per un Marat eletto e rieletto per farne una e che si ritrova con un coltello agitato sotto la gola da un'impiegata di banca. Per un De Gaulle che si fa Pétain. Per coloro che parlano di ritorno alla democrazia di alto stile e fingono che i mercati si occupino di stile e non mirino al bersaglio grosso.
Va bene piangiamo. Ma serve? Quando finisce un amore, non è meglio invaghirsi di nuovo e magari sognare? E così mi sono invaghito di questa politica, senza virgolette perché è ancora il portato del 2008, che va come una scheggia, mette al lavoro le Camere il sabato e se necessario di notte, approva una legge importante quasi senza dibattito, cancella il bicameralismo perfetto e l'idea ottocentesca del Parlamento che fa le leggi invece di limitarsi a definire maggioranze e a controllare l'operato del governo, persino del sacrificio di un presidente del Consiglio che se ne va senza essere stato sfiduciato per questo era il patto siglato con il capo dello stato.
Momenti altri insomma, una sorta di semi presidenzialismo francese alla “napolitana”. Pochi istanti, quasi un miraggio, certo. Ma quando la politica dimostra di sapere anche fare presto, impara finalmente a misurare il tempo con gli stessi orologi dei comuni mortali, devo ammettere che dà grande impressione di forza. E paradossalmente, viste le circostanze e gli esiti, anche un assaggio di come potrebbe essere davvero l'indipendenza nazionale.
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