“No alle banche, noi ti sMontiamo”. Opposizione preventiva studentesca
Non è Zuccotti Park in fase di sgombero, tantopiù che ormai la tendopoli indignata romana è itinerante da un quartiere all'altro (ultimo avvistamento: sotto la passeggiata archeologica, zona Terme di Caracalla, dove i tassisti e i passeggeri degli autobus trasecolano: “Ma che so' 'ste tende?”). Non è Zuccotti Park, ma è la giornata di opposizione preventiva al neonato governo Monti firmata “studenti & Cobas”, anche se la dicitura ufficiale è “Giornata internazionale per il diritto allo studio”.
Non è Zuccotti Park in fase di sgombero, tantopiù che ormai la tendopoli indignata romana è itinerante da un quartiere all'altro (ultimo avvistamento: sotto la passeggiata archeologica, zona Terme di Caracalla, dove i tassisti e i passeggeri degli autobus trasecolano: “Ma che so' 'ste tende?”). Non è Zuccotti Park, ma è la giornata di opposizione preventiva al neonato governo Monti firmata “studenti & Cobas”, anche se la dicitura ufficiale è “Giornata internazionale per il diritto allo studio”. Nel mezzo del corteo romano è giunta la notizia delle “cariche di quei parabanchieri ai compagni di Milano”, dice Gianluca, studente di Scienze politiche alla Sapienza, raccontando l'episodio al cronista: “Sì sì, è vero, a Milano hanno lanciato fumogeni e anche uova contro Intesa Sanpaolo, e hanno fatto bene. Il governo dei banchieri, ma per favore. Chi vogliono prendere in giro? Banchieri, finanza, dittatori, capito?”.
“Ci rubano il futurooo”, urla una ragazza. I “compagni milanesi” volevano arrivare all'Università Bocconi, “simbolo della eurotecnocrazia di Mario Monti”, dice Gianluca, e nei video trasmessi sul sito del Corriere un ragazzo intervistato spiega: “Questo governo è espressione della Bce e non del paese, e farà gli interessi delle banche”. Un altro aggiunge: “E' ancora più pericoloso del governo Berlusconi”. Fatto sta che da Milano a Roma a Torino a Firenze a Palermo l'ex piazza anti Gelmini è percorsa dall'idea che “l'unica opposizione è questa” (con buona pace della Lega nord). “Non basta far fuori Berlusconi per zittire gli studenti”, dice Matteo, studente di Fisica. Martina, Scienze politiche, sventola un foglio bianco con scritto “noi ti sMontiamo” (“l'ho visto sull'iPhone, ce l'aveva uno a Milano stamattina, l'ho rifatto subito”, dice). Alle tre del pomeriggio gli studenti si sentono “reduci” da “un'incursione non autorizzata”, dice Martina, e deve trattarsi del ramo di corteo giunto nei pressi di Palazzo Madama (Monti ha parlato da poco).
Non ci sono stati scontri, ma i negozianti continuano a tenere a mezz'asta le saracinesche – “fosse mai che succede come il 15 ottobre”, dice il signor Roberto Righi, passante solidale con i manifestanti: “Mo' che è 'sta robba de banche?”). Oltreché con il governo Monti, gli studenti ce l'hanno con le ordinanze anticorteo del sindaco Alemanno: “Lotta, siempre, hasta la victoria, siempre”, è l'impeto di sloganistica vintage. “Macelleria sociale”, urla una ragazza al megafono, in bilico su un camioncino, e si capisce che il suo bersaglio è Mario Monti che “a gennaio parlava della Gelmini come esempio da seguire”. “Né Monti né Tremonti”, si dice a Milano mentre a Roma echeggia lo slogan “noi ancora non ci fidiamo”, seguito a ruota da “Profumo di austerity” (per il neo ministro dell'Istruzione).
“Que se vaian todos”, si legge sugli striscioni. “Que se vaian todos”, recita la maglietta di Daniele, un ragazzo che ha dormito “due notti in tenda” prima del recente “sfratto” dalla piazza principale della protesta. “Lo rifarei”, dice, “in nome degli eroi di Zuccotti Park e perché questi lo devono capire. E' andata via la Gelmini, vabbè, ma il governo dei banchieri non lo vogliamo”.
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