Chi sta sentendo Obama al Cairo

Daniele Raineri

Il Cairo è stata la scelta del presidente americano, Barack Obama, per il suo discorso di apertura ai despoti del mondo islamico e arabo, nel giugno 2009: due anni più tardi è uno dei dossier più complicati e pericolosi per l'Amministrazione. Ieri i generali hanno chiesto a Kamal AlGanzoury, un economista 78enne laureato all'Università del Michigan, di fare il primo ministro. Scelta obbligata, perché gli altri nomi hanno rifiutato, e anche un tentativo di rassicurare Washington e piazza Tahrir.

    Il Cairo, dal nostro inviato. Il Cairo è stata la scelta del presidente americano, Barack Obama, per il suo discorso di apertura ai despoti del mondo islamico e arabo, nel giugno 2009: due anni più tardi è uno dei dossier più complicati e pericolosi per l'Amministrazione. Ieri i generali hanno chiesto a Kamal AlGanzoury, un economista 78enne laureato all'Università del Michigan, di fare il primo ministro. Scelta obbligata, perché gli altri nomi hanno rifiutato, e anche un tentativo di rassicurare Washington e piazza Tahrir: AlGanzoury è un riformatore e simpatizza con le proteste. Ma non avrà un potere reale sul paese.

    Due settimane fa il segretario di stato, Hillary Clinton, è stata dura con il Consiglio supremo dei generali che governa provvisoriamente l'Egitto senza alcuna intenzione di andarsene, profetizzando l'arrivo delle rivolte: “Se la forza politica più potente in Egitto continuerà a essere una stanza piena di generali non eletti, ci sono i presupposti per futuri disordini e l'Egitto avrà perso un'occasione storica. Gli Stati Uniti si aspettano un calendario chiaro per la transizione”. La settimana scorsa un vice della Clinton, Jacob Walles, ha incontrato per la prima volta i vertici del partito Libertà e Giustizia, paravento politico della Fratellanza musulmana, nel loro quartiere generale del Cairo. Chi era presente dice che il dipartimento di stato cerca un dialogo regolare con il partito dei Fratelli islamici, perché è sicuro del loro successo alle elezioni che cominciano lunedì. L'aggancio tra Amministrazione e l'organizzazione egiziana sarà utile prima del previsto: il governo di unità nazionale che sta per nascere conterrà di certo uomini della Fratellanza, che erano persino presenti all'ultima riunione dell'esecutivo appena sciolto per “assistere il processo di transizione”. Per la prima volta nella loro storia, e prima ancora del voto, i Fratelli stanno per salire al governo al Cairo.

    In piazza il sentimento antiamericano cresce – una troupe della Bbc è stata cacciata perché scambiata per americana. La piazza non perdona la contiguità tra Washington e generali e l'invito generico alla non violenza “rivolto a entrambe le parti”.

    • Daniele Raineri
    • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)