Semper fidelis
La fedeltà, anche per i lettori dei tabloid domenicali, è una cosa seria. Lo dimostrano i dati del National readership survey (Nrs) britannico, i primi a uscire dopo la chiusura del News of the World, il 10 luglio scorso. Finché ha potuto reggere lo scandalo delle intercettazioni illegali, il domenicale della News Corporation, forte dei suoi scoop e di 168 anni di storia, vendeva 7 milioni e duecentomila copie, nonostante la crisi dell'editoria.
La fedeltà, anche per i lettori dei tabloid domenicali, è una cosa seria. Lo dimostrano i dati del National readership survey (Nrs) britannico, i primi a uscire dopo la chiusura del News of the World, il 10 luglio scorso. Finché ha potuto reggere lo scandalo delle intercettazioni illegali, il domenicale della News Corporation, forte dei suoi scoop e di 168 anni di storia, vendeva 7 milioni e duecentomila copie, nonostante la crisi dell'editoria.
Di questi, la domenica tre milioni e trecentomila lettori non compravano nessun altro giornale. I dati del Nrs confermano quello che qualcuno aveva già previsto a luglio: molti di questi lettori compravano il News of the World in base a un patto di fiducia. Chiuso il News of the World non si sono rivolti ad altri: tutti gli altri tabloid domenicali (Sunday Mirror, The Mail, Daily Star Sunday e The People), sommati, hanno guadagnato il sei per cento, raccogliendo le briciole dell'eredità del giornale di Rebekah Brooks.
In totale, le vendite dei giornali nazionali, la domenica, è scesa del 17 per cento. Conti alla mano, sono 3.362.000 lettori, esattamente quelli che prima non volevano altro verbo all'infuori di quello offerto dalla famiglia Murdoch. Fosse per loro, per i giornali concorrenti ci sarebbe voluta una cura alla Tony Woodley. Il News of the World se li è portati con sé, perché sulla fedeltà non si scherza e perché, come disse già a luglio Fraser Nelson, che sul News of the World ci scriveva, come lui nessuno mai.
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