Quanto brucia alla Fratellanza la marcia dei salafiti
"Scusa, ma voi tutti ragionate un secondo". Parla un Fratello musulmano, settore giovani, che però non vuole il nome pubblicato perché l'organizzazione prima e il partito poi hanno una disciplina mediatica meticolosa (e a volte non basta neppure, devono smentirsi nel giro di 24 ore: prima hanno detto il governo lo sceglierà il Parlamento – quindi loro e non i militari – ieri hanno ritrattato per non andare subito alla guerra con il Consiglio dei generali.
"Scusa, ma voi tutti ragionate un secondo". Parla un Fratello musulmano, settore giovani, che però non vuole il nome pubblicato perché l'organizzazione prima e il partito poi hanno una disciplina mediatica meticolosa (e a volte non basta neppure, devono smentirsi nel giro di 24 ore: prima hanno detto il governo lo sceglierà il Parlamento – quindi loro e non i militari – ieri hanno ritrattato per non andare subito alla guerra con il Consiglio dei generali. E mercoledì prima hanno detto allo Spiegel che le studentesse devono essere velate, poi che si è trattato di un errore di traduzione: non sarebbe giusto che le donne con il velo non possano entrare in facoltà ). Ragioniamo, dunque. "Sono 83 anni che la Fratellanza aspetta questo momento. Ottant'anni di vicende e fasi alterne, di estremismo e moderazione, un po' di partecipazione alla vita politica e tanta repressione nelle prigioni. Un lungo arco di storia. Prima delle elezioni farsa del 2010 avevamo 88 parlamentari, dopo nemmeno uno. E adesso che ci sono elezioni libere, arrivano i salafiti, con partiti fondati DIECI MESI fa e 1) ci soffiano il 20 per cento dei voti 2) mandano all'aria tutta la disciplina autoimposta per essere un governo credibile: noi abbiamo messo nelle liste anche candidati coopti, ma ora tutti dicono arriva il parlamento dei salafiti 3) ci trattano come dei debolucci, dei quasi corrotti che mettono la politica prima della fede perché sono loro i puri 4) hanno rotto il cartello elettorale con noi due mesi fa".
La marcia dei salafiti, a dispetto di tutto il gran parlare di governo monocolore verde jihad, potrebbe non piacere granché alla Fratellanza, che infatti ieri ha detto "non faremo un esecutivo con loro, voi media dovreste essere più attenti nelle vostre parole perché spargete falsità". Finora, è stato l'unico commento: è un po' freddo. Poi la politica anche in Egitto sarà l'arte del compromesso e della giravolta, ma la Fratellanza sembra decisa a continuare sulla sua linea di pragmatismo opaco – il nostro primo pensiero è l'economia, ha detto ieri il leader, non cambiare i costumi degli egiziani". I salafiti invece stanno già scoprendo le carte senza ritegno. Ieri il loro candidato presidenziale è andato in televisione a spiegare il suo programma: separazione tra uomini e donne sul luogo di lavoro, chiusura di quei "parchi oscuri" e di quelle strade dove le coppie non sposate vanno "a baciarsi e abbracciarsi", chiusura della banche "tra quattro anni sarete d'accordo con quello che ho fatto". Scrive un egiziano su Twitter: "Non preoccupiamoci per il turismo. Fra quattro anni il paese sarà un enorme museo a cielo aperto".
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