Compagni, la festa è già finita: Monti non è dei nostri

Stefano Di Michele

E mica solo la Camusso. Qui è tutta una lamentazione, un sospiro, un gemito – che a forza di manovre, di spread e di tagli, la festa per la dipartita (politica) del caro Silvio è bella che rovinata. I balli e lo spumante davanti al Quirinale sono già nostalgia e care memorie – noi c'eravamo, ma adesso che cazzo facciamo? Nemmeno si è vuotato il bicchiere del brindisi fatale – alle nuove sorti gloriose e progressive, liberi dal Caimano e dal bestiario suo, che si ricomincia da capo.

    E mica solo la Camusso. Qui è tutta una lamentazione, un sospiro, un gemito – che a forza di manovre, di spread e di tagli, la festa per la dipartita (politica) del caro Silvio è bella che rovinata. I balli e lo spumante davanti al Quirinale sono già nostalgia e care memorie – noi c'eravamo, ma adesso che cazzo facciamo? Nemmeno si è vuotato il bicchiere del brindisi fatale – alle nuove sorti gloriose e progressive, liberi dal Caimano e dal bestiario suo, che si ricomincia da capo. Anzi, pure peggio: dopo aver ammirato e lodato la nuova “sobrietà”, il Prof. non ti si va ad appoltronare, quatto quatto, in austero loden, da Bruno Vespa? Dunque, rimettere nel cassetto il cavatappi, l'allarme democratico non è finito.

    Tanti esultatori delle prima ora, persino della seconda – quella che segnò il passaggio dal loden al barbiere meneghino – ormai disperano di arrivare alle terza. La festa – ha ragione la Camusso – per la liberazione dal Cav. è decisamente rovinata. A parte il fatto che questo Monti, che uno immaginava nelle ore libere intento a vedere solo i programmi di Rai Educational, fa delle cose che fanno piangere le ministre, figurarsi le casalinghe e le programmiste televisive, ora salta del tutto la linea estrema di demarcazione – quella tra sobrietà e svacco, tra democrazia e satrapia: da Vespa il Prof. va, manco fosse la prima della Scala, manco un seminario sul mercato europeo.

    Tutto uno strabuzzare d'occhio, un torcibudella democratico. Ma che, si ricomincia? Possibile? A Radio Radicale, Furio Colombo con impeto onorava il suo stesso nome: “Mi disorienta… Errore clamoroso… Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei… Comportarsi come il più mediocre dei personaggi del politicismo corrente…”. Niente, nemmeno la possibilità di godersela per un mese scarso – tanto per brindare pure con il vino novello dopo lo spumante al felice evento – è rimasta. Cos'è 'sta fretta di presentarsi a “Porta a Porta”? Cos'è Vespa, uno spread? Così l'indicibile comincia a dirsi, tra le più avvertite coscienze: Monti uguale a Berlusconi – bunga bunga a parte. Lo dicono gli studenti in corteo, e pazienza. Lo raccontano i siti più diversamente sparpagliati: “Monti come Berlusconi: aiuti pubblici per le banche”. Lo dice il rifondatore Paolo Ferrero: “Monti come Berlusconi”. Mentre i principali commentatori, per settimane fervidi sostenitori, rimirano con perplessità e sconforto le decisioni economiche governative – scrive Massimo Giannini: “Diciamo la verità”, e diciamola: “Dal governo dei Professori ci saremmo aspettati qualcosa di più”.

    Qualcosa è dir poco. Tutt'altro – come Eugenio Scalfari, che avendo avvistato Vespa all'orizzonte montiano, gli getta tra i piedi una citazione evangelica, “il di più è del Maligno”, e quindi “c'è un di più di troppo, onorevole presidente del Consiglio”. Sul blog di Marco Travaglio i lettori si sfogano, “e questo non è che l'inizio, alla faccia di tutti quelli che applaudivano e brindavano alla fine del governo Berlusconi”. Tali e quali i lettori del Corriere, “aggiungiamo la pessima cosa di spiegare la manovra a ‘Porta a Porta', una sciocchezza che neanche un bambino di 5 anni avrebbe fatto e il gioco è fatto. Monti come Berlusconi”. Magari, alla fine, gli perdoneranno pure la stangata pensionistica – ma tra i suoi sostenitori iniziali nessuno potrà dimenticare l'affronto estetico di andare da Vespa – come se invece del loden portasse un becero cappotto di cammello. “Che perdita di autorevolezza…”, sospira Carlo Freccero. “Monti sta perdendo, sta perdendo la sua rigidità. Ma meglio il suo aspetto trombonesco che clownesco da Vespa”. La mutazione è avvenuta: se il conduttore scova pure un Apicella di Bruxelles, la rovina sarà completa.