L'agenda del Preside

Ecco i prossimi compiti a casa del tecnogoverno su crescita e rigore

Michele Arnese

Cambia l'agenda del governo? Il cantiere della riforma del lavoro, annunciato dal premier Mario Monti, sta per essere superato da un altro cantiere governativo: quello della produttività coordinato dal ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera. In casa confindustriale si dice che sulla riforma del lavoro non ci sono stati sostanziali contatti con l'esecutivo, al di là degli annunci di Monti.

    Cambia l'agenda del governo? Il cantiere della riforma del lavoro, annunciato dal premier Mario Monti, sta per essere superato da un altro cantiere governativo: quello della produttività coordinato dal ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera. In casa confindustriale si dice che sulla riforma del lavoro non ci sono stati sostanziali contatti con l'esecutivo, al di là degli annunci di Monti.

    D'altronde la materia è delicata, dicono i sindacati. Il ministro del Welfare, l'economista Elsa Fornero, ha comunque ribadito che dopo gli interventi strutturali sulle pensioni servono nuovi ammortizzatori sociali e un progetto della flexsecurity alla Pietro Ichino, quindi più flessibilità in uscita e più tutele per il lavoratore che perde il lavoro. Ma le tutele, compresa una sorta di reddito minimo garantito, possono essere troppo costose per le aziende, spiegano fonti di Confindustria al Foglio. La riforma del lavoro è però attesa dai mercati. Tanto che il Financial Times scrive: il vero riformatore italiano non è ancora Mario Monti, ma Sergio Marchionne.

    Nella confederazione degli industriali si nutre più ottimismo sull'opera di Passera. L'ex banchiere ha già avviato informalmente quello che con Emma Marcegaglia ha chiamato “tavolo per la produttività”, seguito dal capo della segreteria tecnica di Passera, Stefano Firpo, economista, già alla Bce e poi in Intesa (era di fatto anche il ghost writer di Passera, dicono nella banca milanese). Al di là delle parole d'ordine su “semplificazione della regolazione”, gli imprenditori hanno sottoposto a Passera richieste puntuali per far ripartire l'edilizia. Per gli industriali resta prioritario anche lo sblocco di 100 miliardi di crediti verso la Pubblica amministrazione. Il progetto governativo di pagarli con titoli del debito pubblico non è accantonato, anzi, dicono a Palazzo Chigi. Così come il ministro dello Sviluppo ha già espresso l'intenzione di superare l'eccesso di scali aeroportuali e di società del trasporto pubblico locale: “E' un mondo che non può andare avanti così con mille aziende inefficienti”. Passera intende puntare anche sui rigassificatori: “E' una vergogna che progetti finanziati siano bloccati”.

    In condominio con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ed ex presidente Antitrust, Antonio Catricalà, Passera promette di non deflettere dalle liberalizzazioni. “A gennaio nella legge per la concorrenza faremo tutto quello che ci sarà consentito. Interverremo sulle farmacie e il commercio”, ha detto ieri Catricalà in una lunga intervista a Repubblica, in cui non comparivano i servizi postali tra i settori da liberalizzare ulteriormente. Del comparto, e quindi soprattutto delle Poste capitanate da Massimo Sarmi, se ne occuperà l'Autorità per le Comunicazioni, come stabilito dal decreto Monti. Comunque un esplicito auspicio ad aprire ancor più il mercato dei servizi postali, e quello della “mobilità urbana”, è giunto dalla Banca d'Italia.

    Alle misure sviluppiste si affiancheranno quelle rigoriste. Il ministero dell'Economia, a partire dalla spending review per individuare tagli selettivi alla spesa pubblica, è in prima fila. Ma chi ha le idee chiare su questo è soprattutto il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda. In un recente rapporto sul bilancio dello stato, Giarda individua nelle spese degli enti locali e negli acquisti della Pubblica amministrazione larghi margini di intervento: in 40 anni, attesta l'economista conoscitore della finanza pubblica, il costo degli acquisti della Pubblica amministrazione è stato superiore del 39 per cento rispetto al costo degli acquisti dei privati.

    Le linee programmatiche più dettagliate, alle commissioni parlamentari, le ha fornite finora il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, già direttore generale dello stesso dicastero. Clini si batterà per “misure incentivanti” nel solare e anche per la “produzione di bioetanolo di seconda e terza generazione che si associa alla filiera della chimica verde”.