Governi e Bce in soccorso dei banchieri (mai soddisfatti)

Michele Arnese

Le continue lamentele dei banchieri su regole europee vincolistiche e bilanci funestati dalla crisi economica vanno in parte ridimensionate. Ieri l'Abi, l'associazione bancaria presieduta da Giuseppe Mussari, ha diffuso le previsioni 2011-2013 sui conti degli istituti. L'indicatore di redditività Roe (Return on equity) segnerà quest'anno il nuovo minimo storico allo 0,3 per cento, però nei prossimi anni salirà fino al 3 per cento nel 2013.

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    Le continue lamentele dei banchieri su regole europee vincolistiche e bilanci funestati dalla crisi economica vanno in parte ridimensionate. Ieri l'Abi, l'associazione bancaria presieduta da Giuseppe Mussari, ha diffuso le previsioni 2011-2013 sui conti degli istituti. L'indicatore di redditività Roe (Return on equity) segnerà quest'anno il nuovo minimo storico allo 0,3 per cento, però nei prossimi anni salirà fino al 3 per cento nel 2013. Non è l'unico dato che ha fatto lievitare in mattinata i titoli bancari a Piazza Affari: a far sobbalzare i corsi azionari è stata anche l'indicazione che il rapporto di patrimonializzazione Core Tier 1 aumenterà al 9,3 per cento nel 2013. Ma poi le banche a Piazza Affari hanno chiuso in territorio negativo.

    Certo, la decisione dell'Autorità bancaria europea (Eba) di imporre ricapitalizzazioni agli istituti per raggiungere il 9 per cento, con svalutazioni dei titoli di stato in portafoglio per effetto della regola contabile al valore di mercato, ha suscitato le proteste non soltanto dei banchieri italiani. Ma gli ombrelli statali si stanno aprendo. In Germania è stato riattivato il fondo di salvataggio SoFFin e l'Italia è stato il primo paese che ha previsto una garanzia pubblica per i bond bancari. Una copertura statale subito sfruttata dagli istituti: quattordici banche italiane hanno quotato 40,44 miliardi di bond con garanzia statale. Una mossa legata all'asta dell'Eurotower di ieri: i titoli possono essere utilizzati come collaterali, cioè come garanzia per ottenere i fondi della Bce. I documenti di Borsa italiana mostrano come l'ammontare dei bond più alto sia quello di Intesa Sanpaolo, con 12 miliardi, seguita dal Monte dei Paschi (10 miliardi) e Unicredit (7,5).

    Non è l'unico sostegno offerto dal governo Monti ai gruppi creditizi. All'Abi hanno accolto con soddisfazione la direzione di marcia impressa dall'esecutivo per una maggiore bancarizzazione dei pagamenti, effetto dell'abbassamento a mille euro per le operazioni da effettuare in moneta elettronica e non in contanti. Più servizi offerti equivalgono a maggiori ricavi per le banche.

    In tema di ricavi, ieri il direttore generale dell'Abi, Giovanni Sabatini, ha però criticato un emendamento alla manovra che “ha inserito un tetto alle commissioni sulle carte di credito, di fatto azzerando la competizione su questo mercato”. Ma sempre nella stessa associazione presieduta da Giuseppe Mussari si sottolinea positivamente che nell'aumento dell'imposta di bollo per i conti correnti c'è un dettaglio ben gradito: l'imposta è estesa anche ai conti postali, prima esclusi.

    Nel concerto istituzionale a difesa delle banche s'è udita a sorpresa pure la voce del neo presidente dell'Antitrust, Giovanni Pitruzzella: “Sulle banche saremo cauti”, ha titolato domenica scorsa il Corriere della Sera un'intervista a Pitruzzella. Il quotidiano diretto da Ferruccio de Bortoli non ha forzato le parole del presidente dell'Antitrust. Infatti il Garante del mercato ha detto ad Antonella Baccaro: “Le banche? E' un tema che va affrontato tenendo conto del particolare momento storico. In altri paesi ci sono stati salvataggi. Io dico che occorre vigilanza sui comportamenti anticoncorrenziali, ma con prudenza”.

    Ieri ha invitato alla prudenza anche il direttore generale dell'Abi. Sabatini ha voluto smorzare gli entusiasmi di chi pensa che il pompaggio di liquidità attivato ieri da Francoforte possa indurre le banche ad acquistare i titoli del debito sovrano e quindi farne calare i costosi rendimenti per gli stati: “Con quasi 500 miliardi di liquidità per le banche, l'asta della Bce è una bella arma, se non vogliamo chiamarla bazooka, ma non potrà essere usata per sostenere i titoli di stato”. Le banche, infatti, “sarebbero punite dalle agenzie di rating” dopo che l'Eba “ha messo il bollo sui dubbi del mercato che ci possano essere nell'area euro paesi a rischio fallimento”. Eppure molti esperti pensano che le banche pagando alla Bce i prestiti all'1 per cento possano avere interesse ad acquistare titoli statali che fruttano il 6 per cento.

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