Le sassaiole degli ultraortodossi preoccupano Netanyahu

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Che cosa accade nella comunità ultraortodossa di Beit Shemesh, Israele? Tanya Ronseblit è stata insultata perché ha osato sedersi su un autobus nei posti riservati agli uomini (per gli haredim, un maschio non può sedersi dietro a una femmina). Una bambina di otto anni è stata presa a sputi perché andava a scuola vestita in modo “indecente” (con una maglietta a maniche corte). Poi ci sono le sassate alla polizia che rimuoveva un cartello in cui si intimava alle donne di camminare su un marciapiede loro riservato.

    Che cosa accade nella comunità ultraortodossa di Beit Shemesh, Israele? Tanya Ronseblit è stata insultata perché ha osato sedersi su un autobus nei posti riservati agli uomini (per gli haredim, un maschio non può sedersi dietro a una femmina). Una bambina di otto anni è stata presa a sputi perché andava a scuola vestita in modo “indecente” (con una maglietta a maniche corte). Poi ci sono le sassate alla polizia che rimuoveva un cartello in cui si intimava alle donne di camminare su un marciapiede loro riservato.

    “Episodi del genere non saranno più tollerati, visto che nulla hanno a che fare con uno stato occidentale e liberale qual è Israele”, ha tuonato il premier Netanyahu, prima che il deputato ultraortodosso alla Knesset, Moshe Gafni, gli ricordasse che “senza un sostegno alla comunità haredim, potrebbero venir meno le ragioni di un'alleanza tra i partiti religiosi e il Likud in occasione delle prossime elezioni”.

    Gli scontri a Beit Shemesh vanno di pari passo con la tensione in Cisgiordania, dove l'Esercito israeliano fatica a contenere le spinte dell'integralismo ebraico. “Israele sta andando verso il disfacimento”, avverte un veterano delle Forze armate di Gerusalemme, notando che “in Cisgiordania stanno emergendo tre entità statali: Israele, Autorità palestinese e uno stato dei settlers integralisti”, che Foreign Policy definisce “Jewish Hezbollah”.

    Un altro soldato aggiunge con malcelata ironia che “ormai sono i coloni a dare più problemi, e non le migliaia di palestinesi che dovrebbero essere controllati”. Il clima è da guerra civile: sassaiole, spari e atti vandalici ogni giorno. “Tutti noi, religiosi, laici e tradizionalisti dobbiamo agire come un sol uomo per difendere lo stato di Israele da una minoranza che mina la nostra solidarietà nazionale”, ha affermato il presidente Shimon Peres auspicando un'ampia partecipazione alla manifestazione anti-estremista.

    Non tutti gli ultraortodossi, però, ci stanno a passare per retrogradi estremisti: “Sono scioccato nel sentir parlare di sputi e maledizioni rivolte a bambine e giovani ragazze”, dice Asher Gold, leader del sindacato ultraortodosso all'istituto Lander di Gerusalemme, assicurando che loro di tirare pietre o di insultare ragazzine che vanno a scuola non hanno proprio intenzione.