Alla fiera dello Sviluppo

Le prime mosse di Passera tra elogi e strattonamenti

Michele Arnese

A chi dal centrodestra gli aveva fatto gli auguri per la nomina a ministro dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture, Corrado Passera ha detto che per prima cosa avrebbe “svuotato i cassetti di molte cose lasciate dal governo Berlusconi”. Non nascondendo di averci trovato qualche buona sorpresa. Gli intoppi però non mancano. Passera vorrebbe puntare su una cinquantina di opere strategiche per un valore di 4,6 miliardi a rischio definanziamento.

    A chi dal centrodestra gli aveva fatto gli auguri per la nomina a ministro dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture, Corrado Passera ha detto che per prima cosa avrebbe “svuotato i cassetti di molte cose lasciate dal governo Berlusconi”. Non nascondendo di averci trovato qualche buona sorpresa. Gli intoppi però non mancano. Passera vorrebbe puntare su una cinquantina di opere strategiche per un valore di 4,6 miliardi a rischio definanziamento. Ma nell'ultima riunione del Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe), ha scritto ieri il Sole 24 Ore, Palazzo Chigi e ministero dell'Economia hanno rinviato tutto: se ne riparlerà nella prossima riunione, forse.

    Per Passera maggiori soddisfazioni sono arrivate da un delicato dossier energetico. In base a un accordo di principio annunciato ieri, in vista della scadenza del patto sabato prossimo, la francese Edf acquisirà il 50 per cento di Transalpina energia controllata da Delmi, la holding dei soci italiani, arrivando quindi a detenere complessivamente l'80,7 per cento di Edison. Inoltre Delmi acquisirà il 70 per cento di Edipower da Edf. “Sono soddisfatto per l'esito delle trattative tra il gruppo Edf e il gruppo A2a – ha detto ieri Passera – Edison ed Edipower chiariscono le rispettive strutture azionarie e rafforzano i rapporti di collaborazione. A2A, con l'impegno in Edipower, diventa il secondo produttore nazionale di energia elettrica”. Giuliano Zuccoli e Graziano Tarantini, ai vertici di A2A, frutto della fusione tra la milanese Aem e la bresciana Asm, hanno ringraziato il ministro. “Mi fa molto piacere la notizia – dice al Foglio l'ex ministro dello Sviluppo, Paolo Romani – è in linea con i miei interventi precedenti per rafforzare la presenza italiana e non escludere dall'Italia una presenza estera come quella francese di Edf, correggendo l'impostazione che aveva dato su Edf l'ex ministro Tremonti”.

    Ma il primo vero successo del neo ministro, dicono alcuni analisti, può impensierire la Tassara di Romain Zaleski e, di riflesso, Giovanni Bazoli. L'Opa di Edf su Edison, infatti, “non sarà superiore” a 0,84 euro, molto al di sotto del valore di carico (1,49 euro) che Tassara ha delle azioni di Edison, su cui gravano 3 miliardi circa di debiti verso Intesa e altri istituti. E così se Tassara deciderà, scelta quasi obbligata, di aderire all'Opa, Zaleski dovrà registrare una minusvalenza di 350 milioni. Difficile, a questo punto, che i creditori, Intesa in testa, possano attendere il 2013 per il rimborso dei debiti. Ma l'interessamento dell'ex banchiere di Intesa era stato quasi invocato dal vertice di Intesa. Gli addetti ai lavori hanno notato una dichiarazione del direttore generale della banca, Gaetano Micciché: “Edison è una lunga storia, noi non siamo coinvolti come advisor ma spero che i soci italiani e le autorità di governo – aveva detto Micciché – riescano a realizzare un'operazione che permetta di mantenere una delle grandi aziende italiane. E' un augurio da cittadino”. L'augurio è stato realizzato?

    Nel frattempo Passera sta fronteggiando vistosi strattonamenti su altri dossier economici: da sinistra, sull'asta di frequenze del digitale terrestre; da destra, con il Cav. che lo ha gratificato di un mezzo endorsement in un futuro governo moderato (“persone capaci come lui e Monti ci starebbero benissimo”) e con Romani che ha definito “eccessiva” la dichiarazione di Passera secondo cui il beauty contest è di fatto “intollerabile”. Frecciate anche dal centro, dove Diego Della Valle, azionista di Ntv con Luca di Montezemolo (tra i soci c'è anche Intesa) lo ha spronato a dimissionare il capo azienda delle Fs, Mauro Moretti.

    Ma Passera ha difeso Moretti. Passera enuncia una linea di pragmatismo ricorrendo spesso all'aneddotica. La preferita è quella del risanamento delle Poste di cui fu artefice da capo azienda. Certo, il ministro però non ha citato quanto i tagli di 25 mila dipendenti sono gravati sulle casse pubbliche. Ma è pur vero che soprattutto il Bancoposta è stato difeso in maniera accorata dallo stesso ministro giorni fa in Parlamento. Una linea non proprio coincidente rispetto a quella di economisti alla Francesco Giavazzi che da tempo indicano il Bancoposta tra le società pubbliche da privatizzare, come adombrato anche da uno studio interno della Cassa depositi e prestiti.