Gli ultimi dieci giorni di Assad?

The Tank

Da mesi, ormai, giornali e diplomazie di tutto il mondo non fanno altro che aspettare la caduta di Bashar Assad, annunciando un giorno sì e l’altro pure che ci siamo quasi. Eppure, dopo i primi venerdì di protesta della scorsa primavera, il racconto della crisi siriana si è ridotto a un bollettino giornaliero di manifestazioni di piazza represse nel sangue e computo dei morti fornito dalle opposizioni.

    Da mesi, ormai, giornali e diplomazie di tutto il mondo non fanno altro che aspettare la caduta di Bashar Assad, annunciando un giorno sì e l’altro pure che ci siamo quasi. Eppure, dopo i primi venerdì di protesta della scorsa primavera, il racconto della crisi siriana si è ridotto a un bollettino giornaliero di manifestazioni di piazza represse nel sangue e computo dei morti fornito dalle opposizioni. Col tempo, sono aumentate le defezioni dalle Forze armate (i disertori si sono poi uniti sotto la bandiera della Free Syrian Army). Nelle ultime settimane, però, le file dell’esercito si sono sfaldate sempre più velocemente, come dimostra il passaggio di intere brigate nelle forze ribelli. Lo fanno palesemente, pubblicando su YouTube video in cui non hanno paura di mostrarsi a volto scoperto e di mettere a favore di telecamera il proprio tesserino militare. E’ un segno che qualcosa di grosso inizia a sgretolarsi nell’apparente solidità del regime.
    Circolano sempre più insistentemente voci di accordi che una dozzina di capi villaggio alawiti avrebbe stretto con le milizie ribelli per garantirsi l’immunità una volta caduto Assad. In cambio, gli alawiti si sarebbero impegnati a non denunciare gli insorti alle autorità. Se il rais non può contare più neppure sul suo fedelissimo clan le cose si mettono per lui davvero male. Lo conferma anche un’altra notizia, riportata dal sito debka.com:  Assad avrebbe ordinato la costruzione di una vera e propria fortezza per sé e per i suoi fedelissimi sulle montagne di al Ansariyyah, una zona fitta di boschi in prossimità della costa mediterranea nel nord-ovest del paese. Fonti d’intelligence riportano che da settimane ingegneri, militari e operai sarebbero impegnati a costruire accampamenti, tunnel e bunker tra i monti della Siria settentrionale. L’intero perimetro sarebbe circondato da carri armati e batterie anti aeree. Tutto è pronto per consegnare al presidente siriano un ultimo e disperato rifugio, qualora il clima a Damasco dovesse peggiorare drasticamente. Che siano iniziati gli ultimi dieci giorni di Assad e non ce ne siamo accorti?