Nessuna tassa iniqua sul cotechino
Tutti calmi – Gargantua e Pantagruele e Sir John Falstaff dei giorni nostri: la pancia (al contrario dell'antica pubblicità: “e la pancia non c'è più! e la pancia non c'è più!”) c'è, e volendo si può ancora espandere. La benemerita tenzone che il governo montiano vorrebbe aprire con il “cibo spazzatura” per il momento è buona intenzione ma ancora scarsa attivazione. “Su cosa può essere catalogato quale cibo spazzatura va fatto un lavoro specifico”, dicono al ministero della Salute.
Tutti calmi – Gargantua e Pantagruele e Sir John Falstaff dei giorni nostri: la pancia (al contrario dell'antica pubblicità: “e la pancia non c'è più! e la pancia non c'è più!”) c'è, e volendo si può ancora espandere. La benemerita tenzone che il governo montiano vorrebbe aprire con il “cibo spazzatura” per il momento è buona intenzione ma ancora scarsa attivazione. “Su cosa può essere catalogato quale cibo spazzatura va fatto un lavoro specifico”, dicono al ministero della Salute. Insomma, in attesa della guerra (siamo ai documenti, bozze, preliminari di discussione), il ministro Balduzzi gli “sta in cagnesco” ai grassi saturi e alle bollicine. E una nota di due righe per rassicurare che nessuna “tassa Balduzzi” il santo vino nostrano colpirà. Dicono i collaboratori: “Non vogliamo avallare altre illazioni su questa ipotesi di lavoro”. Non avalliamo. Però nel momento in cui ci sarà da andare all'assalto, in un rotolare sul campo di battaglia di barattoli di bibite e sacchetti di chips al formaggio, ci sarà da divertirsi e da menare di brutto.
Come avverte Carlo Petrini (Slow Food), “lobby pronte a dare battaglia”. E si capisce, tutti a dire che meglio sarebbe educare piuttosto che reprimere – ma si sa come vanno le chiacchiere sull'educazione: a vuoto. Essendo gente piuttosto tendente al perenne ruminare, siamo di larghe vedute oltre che di larghissima circonferenza. La chiattona e il chiattone nostrani sempre più facilmente si confondono con la turista americana a conformazione boteriana che in controluce ingombra un'intera arcata del Colosseo. Si cammina quasi tutti con una sorta di Suv – tra panza e chiappe – incorporato, a far barricate ai passanti sui marciapiedi, a ostruire la salita sul tram. Il tonnellaggio umano di cui dovrà farsi carico il volenteroso ministro non pare al momento minimamente intenzionato a voler ricalibrare il rapporto tra tara e peso lordo.
E femmine e maschi, sempre rosicando come sorci in avanscoperta in un deposito di cacio, come genìa dall'happy hour dipendente, così s'avanzano – le prime con l'ombelico scoperto, ombelico che data la circostante volumetria risulta evocativo di una polena sulla prua di una nave; i secondi nella condizione di chi ha largamente superato lo stato di maniglia dell'amore per mutarsi in copertone da Tir. Mica è la guerra ai centimetri – ai metri, agli ettometri piuttosto. E pure qualcosa di più serio del giro vita: secondo uno studio pubblicato su Neurology (104 ultraottantenni esaminati a danno fatto), l'abuso di cibo spazzatura restringe pure il cervello – e non che ci sia da sprecare, con la specifica materia. In attesa delle decisioni governative, si può sempre ricorrere alla saggezza dell'Inran (verso cui il ministero rimanda), inteso Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, che sacrosante guide a una sana alimentazione pubblica, e che opportuni consigli sempre rilascia, come nel caso del Natale: prima delle feste preventivamente, dopo le feste a riduzione del danno.
Ma si fa presto a dire: niente sughetti, niente dolci, bere acqua – e magari la tombola con la zia: chiaro che, a compensazione, uno s'avventa sul beverone zuccheroso. Così, i due o tre chili in più – spiega il dottor Ghiselli, dell'Inran nutrizionista – fanno “14 mila calorie in più rispetto al fabbisogno”; un deposito industriale, praticamente. Tra le curiosità, c'è chi propone di usare piatti scuri – il blu conduce all'inappetenza, il rosso all'abbuffata: mah… Di rosso, casomai, è da usare il tè: viene dal Sudafrica, pare sia una vera mano santa. Ma che c'hanno lo zampone laggiù a Pretoria?
Il Foglio sportivo - in corpore sano