Come farsi prestare 600 milioni di euro da una banca

The Tank

La storia della piccola Banca Proton, primo istituto greco a essere salvato grazie al fondo salva-stati, va di pari passo con l’ascesa e il declino di Lavrentis Lavrentiadis, trentanovenne uomo d’affari che nel 2007 fu eletto da Ernst&Young imprenditore greco dell’anno. Stando alle accuse della magistratura di Atene, Lavrentiadis avrebbe acquistato nel 2009 il 31 per cento delle quote della Banca Proton, diventandone di fatto il socio principale.

    La storia della piccola Banca Proton, primo istituto greco a essere salvato grazie al fondo salva-stati, va di pari passo con l’ascesa e il declino di Lavrentis Lavrentiadis, trentanovenne uomo d’affari che nel 2007 fu eletto da Ernst&Young imprenditore greco dell’anno. Stando alle accuse della magistratura di Atene, Lavrentiadis avrebbe acquistato nel 2009 il 31 per cento delle quote della Banca Proton, diventandone di fatto il socio principale. A quel punto, dopo aver collocato nei posti chiave dell’istituto bancario manager fidati e amici, sarebbe riuscito a ottenere dalla stessa Banca Proton una cifra vicina ai 660 milioni di euro, con modalità che la stessa procura generale di Atene ha definito “criminali”.

    Sostanzialmente, la Banca Proton autorizzava costantemente finanziamenti a varie società collegate all’impero di Lavrentiadis, che spazia dal settore farmaceutico a quello chimico, fino al calcio (è sua la popolare e storica squadra dell’Olympiacos Pireo). Oggi è indagato per frode, appropriazione indebita e riciclaggio di denaro. Secondo gli investigatori, se le accuse fossero confermate si tratterebbe del “più grande e clamoroso scandalo finanziario che abbia colpito la Grecia negli ultimi 20 anni”. Da parte sua, Lavrentiadis respinge ogni accusa e giura che mai, né lui né i suoi amici, hanno sottratto denaro dalla Banca Proton per destinarlo a società controllate. “Si può immaginare questo paese come un grande lago oscuro”, ha detto al quotidiano Kathimerini il giornalista investigativo Tasos Telloglou. Un lago “nel quale è stato gettato di tutto, dalle auto alla spazzatura, e perfino qualche cadavere. E ora che l’acqua si sta ritirando, viene a galla tutto ciò che per anni è stato insabbiato”.